Mirra: “Dov’erano i paladini della legalità sul caso Agrario?”

Mentre si chiude la meritoria iniziativa dei campi estivi presso i beni confiscati alla mafia e gestiti dalla coop AlterEco- che ha portato a Cerignola il premier Giuseppe Conte, il ministro Lucia Azzolina e il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra- si tirano le somme sull’antimafia sociale nella città di Cerignola.

Ad intervenire è il dirigente scolastico dell’istituto Agrario Pavoncelli di Cerignola, Pio Mirra, che rispolvera quanto accaduto nella sua scuola, scippata dei terreni con un’operazione finita nella relazione di scioglimento del consiglio per infiltrazioni mafiose, nel silenzio generale “dei paladini della legalità”.

Un’accusa che non ha destinatari specifici, ma che vuole servire ad accendere i riflettori su certe timidezze e un isolamento scontato da chi ha provato ad opporsi a certe storture.

Gli atti opachi

“Dov’erano i paladini della legalità quando si affidavano terreni pubblici a privati in palese violazione di legge? In pochi sono scesi al nostro fianco.  Nel 2018 abbiamo assistito nel colpevole silenzio di molti paladini della legalità all’abbattimento di 1650 olivi e all’esproprio di 30.000 mq di superficie coltivata all’Istituto Agrario Pavoncelli per affidarli a privati con procedure in palese violazione di legge. A nulla sono valse-  aggiunge Mirra- interrogazioni parlamentari, occupazioni studentesche, comitati cittadini, segnalazioni in Procura e in Prefettura, denunce agli organi di polizia, ricorsi a giudici civili e amministrativi. Nessuno si è mosso, nessun giudice fino ad oggi si è espresso. Potremmo dire: gli atti sono illegittimi, ma non sono annullabili”.

Libera e Chiesa

Dunque il silenzio dell’antimafia su operazioni opache, nel momento topico, è stato spiazzante. Basti pensare che, nei giorni in cui si insediava la commissione d’accesso agli atti che avrebbe dovuto decidere sullo scioglimento, Libera – tramite il suo presidente Gaetano Panunzio – tuonava: “Attenzione, e se non ci fosse nulla?”, nei fatti ridimensionando la portata di un evento storico nella città. Posizione, quella di Libera, tra l’altro smentita da quanto la Commissione ha trovato, tanto da sciogliere il Comune per Mafia.

Così come è stato destabilizzante il silenzio della Chiesa del vescovo Luigi Renna in questi anni e anche nelle prime battute dell’insediamento della commissione prefettizia: solo dopo il nostro intervento, e solo dopo che Marchiodoc.it ha svelato i rapporti tra Chiesa e società finite nella relazione di scioglimento, Renna ha momentaneamente parlato di legalità. Argomento archiviato e mai più riproposto non appena passata la bufera sui rapporti opinabili della Curia (che continua a mostrare continuità con esponenti politici finiti nel tritacarne di inchieste giudiziarie e agli arresti, come vedremo in seguito).

Tornando a Mirra, l’atto d’accusa è preciso: “Sembra che purtroppo oggi la cultura dell’apparire sia più importante della cultura dell’essere. Per dirla come il giudice Gratteri, una certa antimafia sa più di spettacolo che di vera sostanza”.

Michele Cirulli