Regionali, come cambia lo scenario a Cerignola: top e flop
Concluse le elezioni regionali, si passa all’analisi del voto che consegna una fotografia più nitida, e meno frastagliata, della situazione in cui ci si era apprestati ad andare alle urne. Dopo il voto Cerignola sembra tornare al bipolarismo che ha connotato la politica locale prima dell’avvento dell’ondata civica: con l’elezione di Teresa Cicolella a consigliere regionale si archivia definitivamente quella fase di contrapposizione che ha caratterizzato il Partito Democratico tra gentiliani e antigentiliani. L’inaspettato seggio alla giovane democratica, inseguito e voluto con una battaglia estiva con Elena Gentile per ottenere un posto in lista, ha spianato la strada ad una definitiva consacrazione di una nuova classe dirigente nel PD. Che, dalla sua, ha dovuto iniziare dopo ferragosto una difficile campagna elettorale per le regionali; ha dovuto fare i conti con una opposizione interna che ha traslato i voti – pur non moltissimi – verso altri candidati (Rosario Cusmai e Marella Reitani); ha dovuto dividere i consensi con Pezzano, candidato con le liste Emiliano e che, in linea di massima, ha potuto attingere dallo stesso bacino elettorale.
Con il ticket a Bari, Cicolella non solo diventa punto di riferimento essenziale per la città, ma può iniziare a costruire, insieme al centrosinistra, la squadra del futuro, non solo a livello locale. La giovane età, la sinergia con la federazione foggiana (anch’essa giovanissima) rappresentano punti di partenza per un progetto a lungo termine che si dovrà percorrere con attenzione e convinzione. Partendo subito dall’individuazione di un candidato sindaco per le amministrative del 2021. Per il centrodestra la vittoria di Antonio Giannatempo è uno spartiacque fondamentale: per il suo bottino personale in primis (oltre 2600 preferenze personali), per il partito (FDI primo a Cerignola) e per i competitor interni: sembra dissolto il patrimonio di Paolo Vitullo, che in accoppiata con Franco Metta, su Tea Demonte ha distribuito 479 preferenze, mentre Forza Italia ha preso appena 1100 voti. Ancora peggio ha fatto Natale Curiello, che su Napoleone Cera – appoggiato pubblicamente- ha spostato solo 65 voti. Che le regionali e le amministrative siano storia a parte è un dato di fatto; ma che queste ultime votazioni stiano lanciando messaggi disegnando nuovi orientamenti è altrettanto vero.
Dunque a destra Giannatempo riprende le redini della coalizione: “Non disperdere questo patrimonio”, è stato il suo commento a caldo. Come a dire: da qui (e forse dal suo nome?) si dovrà ripartire per le comunali, ossia con Forza Italia ridotta al ruolo di comparsa ed una Lega che cerca di risalire. I salviniani, con Marco Trombetta – sostenuto dall’imprenditore Giusto Masiello – ha ottenuto 570 voti , mentre la lista si è attesta a oltre 2000 preferenze, che resta comunque un discreto risultato.
Nonostante i call center e il battage pubblicitario imponente, Rino Pezzano, vicesindaco della giunta sciolta per mafia, non incassa l’ingresso in consiglio regionale: 1200 voti per un amministratore uscente, che ha gestito fondi e diretto il ricco assessorato dei servizi sociali, sembra un po’ poco. Il tutto, tralasciando le invettive anti Emiliano di luglio scorso, poi scomparse dai social non appena ricevuto il posto nella lista…di Emiliano. Da sottolineare anche la performance di Michele Romano, che praticamente in solitaria ha ottenuto 570 voti. Non pervenuto Senso Civico, con Marella Reitani ferma a poco più di 300 preferenze. Non all’altezza delle aspettative anche i risultati di Pippo Liscio, che con Italia in Comune sosteneva il foggiano Rosario Cusmai: per lui, da Cerignola, via Liscio, sono arrivati 391 voti.
Prima delle elezioni il quadro cerignolano sembrava assai disconnesso e frazionato. Le regionali hanno “semplificato”, a suon di numeri che non mentono mai, il palcoscenico locale. Centrodestra e centrosinistra si rinforzano, i partiti tradizionali riprendono vigore, le espressioni civiche si sgonfiano (basti pensare al foggiano Leo Di Gioia ritornato in Forza Italia o il sanseverese Francesco Miglio col PD). Irrilevante, a livello locale, il Movimento 5 Stelle, nonostante la candidatura di Lucia Lenoci in una lista collegata: per le comunali si dovrà selezionare una nuova classe politica. Con l’arrivo di un consigliere regionale nelle file del PD, Cicolella appunto, inizia anche la gara a salire sul carro del vincitore: pezzaniani, gentiliani (compresi i giornali fedelissimi), mettiani, stanno già sfilando dalle parti di via Mameli. Segno che questa tornata elettorale ha già spostato gli equilibri. Rimane l’ombra dei ricorsi, che a livello regionale vorrebbero ricalcolare i seggi e le quote in consiglio: un interrogativo che per ora resta sullo sfondo, e che troverà risposta solamente nelle prossime settimane. Nel frattempo, si dovrà già guardare alle prossime amministrative.
Michele Cirulli
Scusate ma i 300 voti del piccolo divittorio? L avvocato del popolo è il profilo più indicato per governare cerignola la Puglia e forse l Italia quando lo capirete sarà troppo tardi
Ancora con questo disanto si concentrasse sulla sua professione perché politicamente è un fallito vale 300 voti
Fallito sei tu ed i candidati da 10 voti, come te. Perché non scrivi il tuo nome, anonimo e vile individuo nullafacente? Fai pace con il cervello. Prima dicevi che l’avvocato valeva 100 ora, invece, hai avuto la brutta sorpresa dei 400. Sei ridicolo. fatti qualche ora di sonno in più e smettila di diffamare e calunniare le persone autorevoli, come l’avvocato Disanto.
Sono 303 I voti forse 400 sono nella testa del vostro leader che parlava di migliaia di voti un altro fallimento da aggiungere agli oltre 30 anni di fallimenti visto che non ha mai ricoperto ne ricoprirà cariche pubbliche facesse l avvocato che è meglio