VIDEO | La solitudine dei malati Covid: “Medici non rispondono, intervenga la ASL”
Un dramma nel dramma, quello dei malati Covid in provincia di Foggia, perché alla malattia si associa spesso un totale abbandono da parte delle istituzioni sanitarie. È questo quanto denuncia Mimmo Farina, avvocato, positivo al Covid, che ha scritto una lettera alla direzine della ASL di Foggia e al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. La richiesta è di istituire un numero verde, oltre a quello esistente ma che sembra non funzionare, perché i contagiati da Coronavirus spesso rimangono lasciati soli al loro destino senza ricevere indicazioni unitarie e certe.
LA LETTERA DI FARINA alla Asl e alla Regione Puglia
Pregiatissimi,
non devo raccontare a Voi quello che sta accadendo in questi giorni, in queste ore, lo sapete meglio me.
Non devo dire a voi quello che occorre fare in situazioni emergenziali simili, è il Vostro lavoro.
E però devo dire a Voi che al momento mancano notizie, informazioni, spiegazioni su come affrontare il pericolo del contagio, la gestione dei sintomi simili covid, le problematiche connesse.
Sapete benissimo che in Italia il 41% dei medici di base non risponde al telefono ai propri assistiti (fonte Codacons) e che una nutrita parte di loro rifiuta la visita a domicilio, anche quando non v’è certezza che si tratti di covid, limitandosi all’inoltro burocratico della richiesta del tampone.
Questi fatti, questi comportamenti, prima o poi, dovranno essere accertati e sanzionati nei modi e termini di legge, ma per l’intanto si assiste a un inammissibile corto circuito nell’informazione fra malati e sistema sanitario.
I malati non sanno cosa fare, non sanno a chi rivolgersi, da chi attingere notizie e informazioni sanitarie e non solo.
Questo comporta poi un altro effetto devastante: la gente si sente sola e abbandonata (e per la verità lo è), per cui, non sapendo con chi parlare, comincia a chiamare ossessivamente il 118, chiedendo assistenza, semmai immediata; molti addirittura comunicano di avere una saturazione sotto i 90, anche se non è vero, al solo fine di vedere arrivare l’ambulanza sotto casa.
È evidente che tutto questo stressa gli operatori sanitari; i pronto soccorso e gli ospedali si riempiono di malati (a volte neppure ammalati, ma solo spaventati) che potrebbero, anzi dovrebbero, rimanere a casa.
In definitiva questo assurdo corto circuito stressa lo stesso sistema sanitario, con danni facilmente immaginabili.
E allora è verosimile che l’istituzione di uno o più numeri verdi (già attivi in altre regioni) potrebbe, non dico risolvere il problema, ma almeno normalizzarlo a beneficio dell’utenza, dei sanitari e, in definitiva, dello stesso sistema sanitario.
In tali sensi chiedo che, ciascuno secondo le corrispettive competenze, si attivi affinché anche la nostra ASL si doti, in tempi brevi, di uno o più numeri verdi.
Ritengo opportuno comunicare che sono un malato covid con sintomi seri, ancora rinchiuso in casa, che ho dovuto combattere in perfetta solitudine con queste problematiche, che sono stato curato in casa non dal mio medico (che evidentemente è parte di quel 41 di cui parlavo sopra) ma da un altro sanitario, che non ha avuto problemi a prestare assistenza; in questo modo non ho intasato il pronto soccorso o l’ospedale e ho lasciato il mio posto a chi ne aveva più bisogno di me.
Sono certo che vorrete attivarVi in tempi brevi e, in attesa di riscontro, porgo i miei più cordiali saluti.