Focolaio di Xylella a Canosa: 7500 piante verso la distruzione
Un focolaio di Xylella è stato individuato nei giorni scorsi a Canosa.
L’infezione da Xylella fastidiosa è stata riscontrata su piante arbustive ornamentali da esterno all’interno di un vivaio di Canosa qualche giorno fa. La notizia è emersa quando la Regione Puglia ha aggiornato le aree delimitate per l’infezione da Xylella fastidiosa, pubblicando l’atto sui siti web istituzionali Emergenza Xylella e Regione Puglia.
Il report era atteso dal momento che altri focolai erano stati appena scoperti nel barese: da lì la sorpresa. Tra le aree contaminate vi era appunto anche Canosa.
Nel dettaglio, la Xylella ha colpito prevalentemente un tipo specifico di pianta, ovvero la Dodonaea viscosa purpurea, una pianta ornamentale da esterni di origine australiana che ben si adatta climi molto caldi come quello della Puglia, dove è utilizzata per la formazione di siepi.
Immediatamente sono scattati i controlli su tutta l’area circostante con la creazione di una zona cuscinetto intorno al focolaio: le autorità in queste ore stanno provvedendo all’eradicazione e distruzione delle piante Dodonaea viscosa purpurea risultate infette.
Intanto l’assessore allAgricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, fa sapere che “La comparsa di Xylella in agro di Canosa di Puglia ha preoccupato anche noi ma voglio rassicurare che si tratta di un focolaio isolato. Ne abbiamo certezza dopo 3 settimane di analisi e accurate indagini”.
Resta da chiarire come il virus possa essere arrivato fino a Canosa. Coldiretti Puglia punta il dito contro una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta.
“Il caso di infezione da Xylella fastidiosa in agro di Canosa di Puglia, accertata su piante di Dodonaea viscosa purpurea in un centro produttivo, con relativa zona tampone nella Bat, mette nuovamente sotto accusa il sistema di controllo dell’Unione europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari”.