E se si riportasse la stazione nel centro di Cerignola? Forse non è utopia
Oggi lo scalo Cerignola Campagna serve a poco. Distante nove chilometri dal centro abitato, connessa alla meno peggio con il tessuto urbano, la stazione di Cerignola Campagna nella città rappresenterebbe uno snodo importante non solo per le abitudini dei cittadini. Riportarla nel cuore della città sarebbe un atto rivoluzionario, soprattutto oggi che i fondi del Recovery Fund potrebbero portare una ventata d’ossigeno per il territorio. Nei giorni scorsi vi è stato un tavolo tra i maggiori “player” istituzionali della provincia di Foggia, ma ancora una volta, complice la mancanza di personalità del luogo nei posti chiave della Capitanata, Cerignola e i Reali Siti sono stati esclusi.
Dalla Provincia di Foggia, per il Recovery Fund si torna a parlare della Diga Piano dei Limiti, della dorsale garganica, delle strade sui Monti Dauni. Priorità indiscutibili, ma c’è anche un’altra fetta di territorio, che rappresenta circa 100abitanti della Provincia (un sesto del totale), che necessiterebbe di risposte infrastrutturali.
Riportare la stazione nel centro di Cerignola, magari scegliendo un’altra ubicazione rispetto a quella originaria di Piazza della Repubblica (Comune), sarebbe una scelta di profondo coraggio che incentiverebbe i pendolari a scegliere con maggiore comodità le rotaie rispetto alla strada, con un notevole abbattimento dei costi. Ma se un viaggio di 20 minuti, come quello per Foggia, ad esempio, ad oggi diventa una via crucis tra autobus e interconnessioni, con la stazione nella città, magari raggiungibile a piedi, più di uno sarebbe incoraggiato ad usare un treno accantonando le automobili. Da non sottovalutare un eventuale indotto per le attività economiche che potrebbero nascere a ridosso della nuova stazione in centro.
Anche perché lo scalo ferroviario Cerignola Campagna, anche dal punto di vista della sicurezza, di certo non rappresenta una valore aggiunto per gli utenti. A nove chilometri dal centro abitato, col buio e la mancanza di controlli, senza un impianto di videosorveglianza che quantomeno possa scoraggiare eventuali malintenzionati, l’attesa di un treno rischia di diventare un film dell’orrore.
Ci sarebbe da andare in pressing su RFI, che si occupa delle reti di connessione su rotaia. La stessa che ha presentato progetti da inserire proprio nel Recovery Fund. Servirebbe una classe politica, da Cerignola ai Reali Siti, che sappia fare quadrato sviluppando una visione d’insieme del territorio e che non si accartocci solo su beghe interne, appaltucci controversi e contingenze di tutti i giorni.
Michele Cirulli
MGAARI. PERCHE’ NON SI FA UNA PETIZIONE POPOLARE CON UNA BELLA RACCOLTA DI FIRME? IO SAREI IL PRIMO A SOTTOSCRIVERLA.