Amministrative, spunta l’ipotesi del voto in autunno: a chi conviene?
Il voto è previsto a maggio, ma i nuovi scossoni politici a livello nazionale e l’avanzata della pandemia costringono ad una maggiore cautela, considerando anche quanto capitato in Portogallo, dove la tornata elettorale di gennaio ha portato ad un disastroso aumento dei contagi. Ragioni sanitarie, quindi, ma anche politiche, visto che una campagna elettorale con le restrizioni sarebbe un’impresa titanica da gestire. Per questo, a livello nazionale, l’asse Lega-Forza Italia starebbe premendo per un rinvio perfino ad ottobre, quando il piano vaccinale avrà dato i primi effetti e la pandemia potrà dirsi meno virulenta. A livello locale andare al voto in autunno potrebbe essere la soluzione migliore. Non solo perché abbasserebbe il rischio contagio, ma anche perché un altro virus, quello delle infiltrazioni mafiose e del conseguente scioglimento del consiglio, ha portato ad una ulteriore frammentazione del quadro.
Di certo la pandemia ha di fatto rallentato le attività politiche, gli incontri – se non quelli virtuali- e le discussioni per individuare coalizioni e candidati, ma soprattutto le liste, che saranno la vera piaga delle prossime comunali. Va detto, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, così come nel M5S, qualcosa si sta già muovendo, seppur tra troppe incognite.
Forse, posticipare il voto ad ottobre, come riporta La Stampa in un retroscena sul centrodestra italiano, toglierebbe le castagne dal fuoco per tutti e riproporrebbe, seppur in maniera meno accentuata, la campagna elettorale estiva già vissuta con le passate regionali.
Anche se di diverso tenore, su Cerignola incombono due procedimenti legali: uno di Teresa Cicolella al TAR per vedersi ri-assegnato il seggio in consiglio regionale; l’altro presso la Corte d’Appello di Bari sull’incandidabilità di Metta e Bufano. Anche in questo caso, il voto ad ottobre potrebbe rendere più chiare le due situazioni.