Servizi sociali, a Cerignola raddoppiano le persone prese in carico
È nei fatti raddoppiata la platea presa in carico dai servizi sociali di Cerignola, nell’era della Commissione Prefettizia, rispetto a quanto fatto fino ad oggi dalla passata amministrazione. Infatti, ad oggi, sono circa 5000 le persone seguite e assistite dagli uffici comunali e che versano in condizione di fragilità economica e sociale, anche a seguito della crisi sanitaria ben presto trasformatisi in crisi lavorativa. Anche per quest o è stato ampliato il fondo, passato da 3.4 milioni di euro nel 2019 a 4.7 milioni di euro nel 2020 (di cui 3 milioni attinti dal bilancio comunale).
Quasi triplicato anche il sostegno economico per morosità locativa incolpevole, mentre altre consistenti risorse sono state destinate dai Servizi sociali a situazioni di fragilità familiare, per il sostegno ai minori, alle madri sole, ai disabili, agli anziani. Nel corso dell’anno 2020 sono stati consegnati 12 nuovi alloggi di edilizia popolare e al contempo sono state regolarizzate 68 precedenti assegnazioni, sottoscrivendo i relativi contratti e gli atti di riconoscimento del debito pregresso: in tal modo si sono normalizzati i pagamenti dei canoni locativi e sono state anche recuperate a favore dell’erario comunale 52.000 euro .
Quello dei servizi sociali, nel momento dello scioglimento per mafia del consiglio comunale, era uno dei punti caldi della relazione del Prefetto di Foggia, perché proprio nei servizi erogati alle categorie più fragili, anche secondo il Ministero, avrebbe dovuto intervenire lo Stato. Proprio nella passata gestione dei servizi sociali, la Prefettura ha individuato “disordine amministrativo” in relazione “all’ attività di riscossione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia popolare di proprietà comunale”.
Secondo quanto riportato nella relazione di scioglimento del consiglio comunale, “molti alloggi risultano occupati anche da appartenenti a compagini mafiose, in assenza di regolare versamento dei canoni dovuti e, nella gran parte dei casi, in assenza di valido titolo”.
“Il tutto – spiegava il Prefetto- con palese dimostrazione da parte dell’amministrazione comunale dell’incapacità di porre in essere una qualsivoglia efficace attività di recupero dell’evasione e di regolarizzazione delle posizioni illegittime, a tutela dell’interesse pubblico”. È in questa cornice che si è mossa la Commissione Prefettizia, per ripristinare l’ordine, valutare i “titoli” e riadeguare la riscossione dei canoni da parte di tutti. Al “disordine amministrativo” segue anche la totale anarchia sul pagamento delle tasse: “Nella maggior parte dei casi, il mancato pagamento dei tributi da parte di pregiudicati inizia nell’annualità 2015, in coincidenza con l’inizio della consiliatura”, annotava il Prefetto. Basti pensare che, per quanto riguarda la TARI, sono emersi 5000 utenti fino ad ora “fantasmi”, sfuggiti completamente ai radar delle verifiche e che ora dovranno regolarizzare le loro posizioni.
Michele Cirulli