“Festa di compleanno in RSSA celebrata senza mascherine”
Dodici persone abbracciate, senza mascherine, alcune delle quali indossano ancora la tuta anti Covid e festeggiano un compleanno, con tanto di torta e di bottiglia di champagne, in una stanza della RSSA Villa Santa Maria di Orta Nova. È questo lo scatto, datato a febbraio scorso, nel bel mezzo della pandemia, che ha insospettito le famiglie di Incoronata Mascia e Matteo Filannino, ospiti della struttura assistenziale, deceduti a metà marzo dopo aver contratto il Coronavirus all’interno della struttura che i familiari riconoscono essere teatro delle foto postate sui social. Il dubbio, secondo i legali che assistono i familiari delle vittime Covid, è che all’interno di Villa Santa Maria non siano state rispettate tutte le prassi e i protocolli per il contenimento del virus e che, come confermato dalle foto del compleanno scattate dopo il contagio di Mascia e Filannino, anche in altre circostanze nella RSSA siano potute entrare persone non autorizzate, eventualmente diventate inconsapevoli veicoli di diffusione del virus che ha colpito i due 86enni non autosufficienti.
Così fioccano gli esposti presso la Procura della Repubblica di Foggia perché si accerti quanto successo nella RSSA Villa Santa Maria di Orta Nova: “La signora Mascia soffriva si Alzheimer ma non aveva altre patologie. I suoi familiari dubitano fortemente del fatto che siano state adottate tutte le misure di sicurezza all’interno della RSSA, dove, come documentato, si svolgevano feste e assembramenti. Certo, in considerazione del giorno in cui si è svolta la festa (11 febbraio) appare evidente che questa non può essere la causa diretta ed immediata del contagio della signora Mascia (14 gennaio), ma è altrettanto evidente che la carenza di controlli e del rispetto delle regole può essersi manifestata e perpetrata anche in altre occasioni, come durante il periodo delle festività natalizie”, dice a La Gazzetta del Mezzogiorno il legale dei familiari della signora Incoronata Mascia, Tommaso Frisani.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il legale del signor Filannino, altro ospite della Santa Maria deceduto a marzo dopo il trasferimento per Covid all’ospedale Riuniti di Foggia: “Se i familiari non possono entrare nella RSSA perché è fatto divieto di visita, e se i sanitari rispettano le procedure precauzionali, non si capisce come un ospite possa contrarre il virus. Invieremo un esposto alla Procura della Repubblica e siamo in attesa di ricevere la documentazione medica relativa al signor Filannino, che al momento, dopo una settimana, ancora non è stata né concessa né riscontrata dalla RSSA. Di fatto la documentazione non mi viene data”, commenta il legale Fabio Fortunato Frontino.
Smentisce tutte le circostanze Saverio Marseglia, a nome della RSSA Villa Santa Maria di Orta Nova: “I due pazienti non sono morti per Covid, avevano già patologie pregresse. Per quanto riguarda Filannino, poi, in due occasioni i parenti hanno rifiutato il ricovero in ospedale. Dal nostro punto di vista non abbiamo avuto nessuna difficoltà nella gestione della pandemia: abbiamo rispettato le regole, dal punto di vista sanitario ed assistenziale. Ci sono stati altri positivi, ma li abbiamo gestiti in struttura senza problemi. Per quanto riguarda le documentazioni siamo in attesa a nostra volta di riceverle dal 118”. La questione più spinosa riguarda gli scatti della festa di compleanno avvenuta all’interno della struttura, in piena pandemia, senza rispettare le norme anti-Covid: “Nessun festeggiamento, mai fatte feste. Forse una foto nel giorno del compleanno della nostra cuoca, giusto per far sentire importanti le nonnine, ma niente di che”, dice Marseglia. Ma gli scatti “incriminati” riguardano un altro festeggiamento, finito sui social, in cui è ritratta la sua compagna in posa con altre 12 persone: “Le mie collaboratrici hanno fatto il vaccino e sono costantemente monitorate con tamponi”, spiega Marseglia. Che, da parte sua, già preannuncia a sua volta querele: la palla ora passa alla Procura della Repubblica di Foggia.
Michele Cirulli
[Tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno]