Si chiude un’epoca: l’interporto di Cerignola (finalmente) venduto
Si è chiusa un’epoca per l’interporto di Cerignola: la cattedrale nel deserto in zona industriale, il monumento allo sperpero costato oltre 55miliardi di vecchie lire, passa nelle mani del privato che avrà il compito di rilanciarlo, laddove possibile, o dargli una nuova vita. Diventato teatro di ruberie di ogni tipo nel corso degli anni, oggi quella struttura è stata acquisita dal gruppo Caiaffa per una cifra intorno ai 2 milioni di euro. L’obiettivo a lungo termine è quello di trasformarlo in una “autostrada viaggiante” , ossia una formula “mista” che prevede il traporto di mezzi articolati su treni merci. Difficile prevede tempi rapidi per un progetto che al momento è in fase embrionale, anche perché lo stato attuale dell’interporto è pietoso. Nel corso dei trent’anni ignoti hanno praticamente asportato qualsiasi cosa: strutture in ferro, quadri elettrici, perfino tombini e porte.
Concepito nel 1994, quando il MSI conquistò la rossa Cerignola e i Tatarella governavano rispettivamente nel governo (Pinuccio era vicepremier) e a livello cittadino (Salvatore era sindaco), il “volano dell’economia”, così come fu definito ai tempi, non ha praticamente mai prodotto utili o posti di lavoro se non per presidenti e Cda (lautamente liquidati di recente dalla Ofanto Sviluppo). I tentativi susseguitesi nel corso degli anni sono stati dei buchi nell’acqua. La Deloitte aveva stimato a 13 milioni di euro la struttura posta in zona industriale, ma nei fatti si trattava di una vera e propria scatola vuota, depredata di ogni valore. Naufragate le trattative con Leomat (gestione Valentino) e Vasas (gestione Giannatempo), l’interporto di Cerignola ha vissuto negli ultimi anni tentativi di “rianimazione” prima con Salvatore Tatarella, che firmò un protocollo d’intesa con l’interporto di Forlì, poi con il duo Masiello-De Sortis, che cercarono soluzioni per rilanciare il centro intermodale, ma senza riuscirvi.
Due mesi fa, poi, è arrivata la parola fine: l’Interporto di Cerignola è passato nelle mani del privato per un valore di circa 2 milioni di euro.
Michele Cirulli