Trent’anni di solitudine: ecco com’è oggi l’Interporto di Cerignola | VIDEO
Trent’anni di solitudine: così si presenta oggi l’interporto di Cerignola. Anni di degrado e saccheggio, come testimoniano le relazioni periodiche della Ofanto Sviluppo, che gestiva la struttura. Perfino una gru si è introdotta all’interno del centro intermodale per asportare quadri elettrici, strutture in ferro. Nato negli anni 90, l’interporto avrebbe dovuto essere motore di sviluppo, invece è stato condannato all’oblio.
Concepito nel 1995, durante il primo mandato di Salvatore Tatarella, l’interporto era considerato un “volano di sviluppo e di economia” ma non ha prodotto alcun posto di lavoro se non per i presidenti, consulenti e consigli di amministrazione succedutisi negli ultimi vent’anni e recentemente liquidati dalla Ofanto Sviluppo ormai sull’orlo del tracollo. L’intera struttura, costata oltre 50 miliardi di vecchie lire, è stato un vero e proprio punto interrogativo nella storia della politica locale, perché ogni amministrazione comunale, di ogni orientamento e colore, non è mai riuscita a metterlo in moto. Di contro, però, è stata intensa l’attività di saccheggio della struttura, con furti periodici che hanno ridotto l’intero interporto a poco più di uno scheletro.
Così come sono stati inutili i tentativi di rianimazione: ogni procedura di vendita, di cessione o di fitto è naufragata per ragioni diverse. Ci aveva provato Matteo Valentino con la Leomat, poi ci ha riprovato Antonio Giannatempo tentando un accordo con la società Vasas; poi ancora Salvatore Tatarella, firmando un protocollo d’intesa con il “gemello” di Forlì; infine Metta affidando la gestione agli imprenditori Masiello e De Sortis. Risultato identico in tutti i casi: l’interporto è risultato “inaccessibile”.
In quali condizioni si trova adesso.
LEGGI ANCHE:
- Si chiude un’epoca: l’interporto venduto ai privati
- Interporto, immondezzaio per 30 anni e chi deve tacere parla
Questo è il fallimento di tutta la politica di tutti i colori e a qualsiasi livello . Sperpero di denaro pubblico appartenente a tutti noi.
Chiedete scusa a tutti almeno.
Questo degrado lo farei pagare ai responsabili !
Ciò è accaduto e forse accade in altre aree perchè non esiste un grado di punizione, dato che l’Italia la pena di morte è stata in vigore fino al 1889 nel codice penale, fu reintrodotta sotto il fascismo dal 1926 al 1947, rimase fino al 1994 nel Codice Penale Militare di Guerra quando fu abolita da una legge, e fino al 2007 nella Costituzione quando fu rimossa definitivamente.