giovedì, Dicembre 26, 2024
Sanità

Covid, un braccialetto per monitorare i pazienti a domicilio: test a Foggia e Bari

Marchiodoc - Braccialetto Covid
Marchiodoc – Braccialetto Covid

Attraverso un braccialetto smart collegato a un’app sarà possibile monitorare i pazienti Covid a domicilio e tenere sotto controllo la diffusione della pandemia: è quanto promette il progetto di telemedicina ‘Telemachus’, sviluppato da un consorzio di aziende del Sud guidato da ‘g-nous’, società pugliese attiva nel settore della space economy, in collaborazione con il Politecnico di Bari e cofinanziato da un bando dell’Agenzia spaziale europea (Esa).

I braccialetti smart da alcune settimane sono in fase di test nella Asl Bari e al Policlinico Riuniti di Foggia. Esteticamente simile a un orologio, realizzato in Puglia e composto internamente da diversi sensori biomedici, ha una doppia funzione: rileva i parametri vitali di chi lo indossa e comunica con i sistemi di geolocalizzazione spaziali (i satelliti) o terrestri. Monitora frequenza cardiaca, temperatura corporea, ossigenazione del sangue (SpO2) ed elettrocardiogramma (Ecg). E i dati sono poi inviati in tempo reale ai medici che li esaminano. Inoltre tutte le informazioni raccolte saranno elaborate da ‘g-nous’ per analisi epidemiologiche e per lo sviluppo di modelli predittivi, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale.

“Il progetto ‘Telemachus’ – spiega il Ceo di ‘g-nous’ Ruggiero Giannini – parte dalle difficoltà evidenziate dalla pandemia. Le strutture ospedaliere, infatti, sono state prese d’assalto dall’enorme afflusso di pazienti Covid, causando anche rallentamenti nelle cure di altre patologie. I medici di medicina generale non erano dotati degli strumenti necessari per monitorare in maniera efficace i pazienti in isolamento domiciliare”.

“Telemachus – sostiene Vincenzo Contursi, medico di medicina generale dell’Asl Bari – è un sistema integrato di telemedicina che consente di monitorare e gestire in remoto i pazienti Covid in tutte le fasi della malattia, anche grazie alla carta del rischio clinico e le tele-visite su appuntamento”.

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