In Puglia 390mila non vaccinati, Lopalco: “Non chiamiamoli No Vax”
In Puglia, nella fascia d’età tra i 20 e i 49 anni, vi sono circa 390mila non vaccinati che non hanno ancora effettuato la prima dose. Per l’assessore alla salute della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, questa schiera di persone non appartiene alla categoria dei No Vax, che invece rappresenta “una sparuta minoranza di irriducibili che possiamo serenamente ignorare”.
Si tratta, invece, “di un nutrito gruppo di cittadini che non riescono a portare a termine un corretto processo di valutazione del rischio di contrarre l’infezione rispetto ai rischi legati alla vaccinazione.
La valutazione del rischio – spiega Lopalco- non è affare semplice e, davanti ad una difficoltà di analisi, si sceglie sempre la strada del non fare, rispetto a quella di prendere una decisione: un danno provocato da una azione (mi vaccino) è sempre meno accettato rispetto ad un danno provocato da un agente esterno non controllabile (ho preso l’infezione)”.
Dalla conta dei non vaccinati vanno esclusi gli adolescenti, che in queste ore sono chiamati a effettuare la prima dose per il rientro a scuola, “e che stanno già rispondendo molto bene all’appello”.
“Nella fascia dei giovani adulti il rischio legato alla pandemia non è stato da molti correttamente percepito. L’infezione da SARS-CoV-2 in questo gruppo di popolazione provoca malattia grave in una proporzione relativamente più bassa rispetto a chi è più avanti con gli anni. Quindi molti hanno avuto esperienze dirette, fra amici e familiari, di casi di COVID19 superati con pochissimi problemi. Queste esperienze – motiva l’epidemiologo- hanno anche alimentato la stupidaggine che COVID19 possa essere curata a casa con questo o quel farmaco ma che (vai a capire perché) la Spectre impedisce che il problema pandemia sia facilmente risolto in questo modo”.
Dunque, i rischi: “Non è vero che il rischio per i giovani di finire in ospedale sia basso: nel picco epidemico di marzo scorso il tasso di ospedalizzazione fra i 20-29enni è arrivato a ben 37 ospedalizzazioni per 100.000 abitanti in una settimana. Per capirci, in una città delle dimensioni di Bari sono finiti in ospedale, in una sola settimana, 100 ventenni! Questo rischio raddoppia fra i 30-39 anni ed è più di tre volte superiore fra i 40-49 anni (dati ISS)”, elenca Lopalco.
Inoltre, aggiunge, “affrontare una polmonite da coronavirus non è una passeggiata: comporta sofferenze non da poco e lascia molto spesso strascichi fastidiosissimi. Per non parlare che comunque il rischio di finire in terapia intensiva, o peggio, è comunque considerevole”.
“Il rischio di infezione lieve o asintomatica è più alto per i giovani che per gli anziani, a causa della più vasta rete e maggiore frequenza di contatti sociali. In questo caso i giovani sono coloro che più di altri diffondono il contagio. Causare il contagio e quindi la malattia di un proprio caro è un’esperienza che non augurerei a nessuno. Credo che queste considerazioni da sole dovrebbero fugare ogni dubbio e motivare la vaccinazione. I vaccini in uso sono stati somministrati a centinaia di milioni di persone. Hanno un profilo di efficacia e sicurezza eccezionale. Il virus, ve lo assicuro, è molto più cattivo”.