Omicidio Diciomma, la Cassazione conferma: “Non fu legittima difesa”. Condannato l’agricoltore che fu derubato
La Cassazione, su conforme parere della Procura Generale, ha rigettato il ricorso presentato da Michele Marchese, l’agricoltore di Troia che nell’agosto del 2015 assassinò il cerignolano Antonio Diciomma, 65 anni, sorpreso a trafugare benzina nel suo podere. Non ha retto l’ipotesi di legittima difesa e la Cassazione ha respinto il ricorso: per Marchese si aprono le porte del carcere con una pena di 6 anni.
“La suprema corte ha finalmente messo la parola fine a questa lunga e tragica vicenda giudiziaria. Come ho sempre sostenuto non ci sono vincitori. La ricostruzione della vicenda tuttavia permette di affermare principi e regole troppo spesso messe in discussione dalla criticità dei periodi storici. Ci sono precisi ambiti normativi superati i quali non si versa nell’ipotesi della legittima difesa e, come in questo caso, chi ha agito lo ha fatto nella consapevolezza di uccidere”, ha commentato l’avvocato Pietro Barbaro, difensore della famiglia Diciomma.