Il procuratore Vaccaro: «A Cerignola mafia evoluta, ma ci sono segnali di cambiamento»
L’IISS” Pavoncelli” di Cerignola ha ricorda il 30° anniversario della Stragi di Capaci e di via D’Amelio con l’iniziativa intitolata “Cultura e legalità”, tenutasi presso l’Auditorium scolastico “Marianna Manfredi”. L’iniziativa ha proposto momenti di riflessione, spunti di discussione e racconti di esperienze dirette nella lotta al fenomeno mafioso. Tra i tanti interventi, le testimonianze del sindaco Bonito, magistrato in pensione, e Piernicola Silvis, ex questore di Foggia, che hanno ricordato il 23 maggio del 1992: lacrime, incredulità, senso d’impotenza, ma anche voglia di rialzarsi di lottare contro un fenomeno che, come ha spiegato Falcone, essendo un fenomeno umano ha un principio e, prima o poi, è destinato a finire.
Particolare rilevanza ha assunto la scelta di Cerignola da parte del procuratore Vaccaro per parlare di Falcone e di Borsellino: «Cerignola è sempre stata una realtà vivace in tutti i campi. Non a caso, qui sono nati Di Vittorio e Zingarelli. Per quanto riguarda la criminalità organizzata, essa è la più evoluta di tutto il circondario e la prima ad essere stata riconosciuta come criminalità di stampo mafioso. La prima condanna per mafia risale al 1994, nel Processo Cartagine. Cerignola è stata la località dove, più di ogni altra, la mafia ha cercato consenso anche attraverso azioni che potessero servire alla comunità. Ecco perché le istituzioni, e quella comunale in particolare, devono offrire ai cittadini servizi efficienti in modo da evitare che tali servizi non vengano offerti dalla criminalità. Cerignola è un territorio trainante in molti settori, purtroppo anche per la criminalità. Oggi, questa città dà concreti segnali di cambiamento, e questo è sotto gli occhi di tutti. Questo ci permette di approfondire le analisi di contrasto a questo fenomeno».
Ma come possono le giovani generazioni rifiutare la mafia? « La criminalità mafiosa incide sulle vostre vite anche quando non ve ne accorgete – ha detto Vaccaro rivolgendosi ai giovani presenti – La mafia toglie spazi di libertà. La legalità è garanzia della vostra libertà. Un’economia inquinata dalla mafia è un’economia in cui non ci sono opportunità. Non lasciatevi tentare da certi miti d’illegalità. Comprendere che dietro le regole c’è un valore, significa preservare il vostro futuro. Le cose che vi spettano vi devono essere date per diritto e non per favore. Se tutti insieme rifiutiamo la mafia, essa non troverà più nutrimento nella paura e nel consenso».
Giovanni Soldano
Un bel passo in avanti!
prima il procuratore veniva insultato ora invitato.
forse ce la facciamo a diventare civili