Carcere di Trani: favori ai detenuti in cambio di denaro. Sospesi 2 agenti
Il nucleo investigativo regionale della Polizia Penitenziaria di Bari, al termine di una prolungata ed articolata indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Trani, su disposizione del giudice per le indagini preliminari, ha posto in esecuzione una ordinanza di custodia cautelare con la quale è stata applicata la sospensione dall’ufficio di operatore di Polizia Penitenziaria nei confronti di due appartenenti alla Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Trani. Uno dei due, all’epoca dei fatti, era comandante del reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di Trani.
In prima istanza, il giudice per le indagini preliminari non aveva ritenuto meritevole di accoglimento le richieste della Procura pur ritenendo provati i fatti contestati. In relazione alla prima posizione, il giudice aveva condiviso l’ipotesi in base alla quale l’indagato avrebbe cancellato la memoria del telefono in uso alla casa circondariale, al fine di eliminare le tracce delle irregolarità nella gestione delle conversazioni in periodo di pandemia, escludendo però la possibilità di qualificare come depistaggio tale condotta in ragione della inconsapevolezza del carattere penalmente rilevante delle condotte dei colleghi.
La decisione del gip è stata impugnata dal ufficio di Procura ed il Tribunale del Riesame di Bari, con l’ordinanza confermata dalla Corte di Cassazione oggetto di esecuzione, ha erogato la misura interdittiva della sospensione del pubblico ufficio di operatore di Polizia Penitenziaria. La motivazione della pronuncia della Corte di Cassazione non è ancora stata depositata.