mercoledì, Novembre 27, 2024
Cultura

Servizio, carità, volontariato: le linee guida di Mons. Ciollaro


«Sono commosso davanti a questo bastone pastorale e sapete perché?», con queste parole monsignor Fabio Ciollaro racconta ai fedeli della diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano, riuniti in duomo a Cerignola per la liturgia del suo ingresso quale nuovo capo della Chiesa locale, un aneddoto risalente a più di quanrat’anni fa e che da allora lega il nuovo presule alla città che lo accoglie.

«Ero un giovane seminarista di 19 anni e nel mese di settembre di quell’anno venni a Cerignola perché uno dei miei migliori amici in seminario (don Vincenzo D’Ercole che lo ha ricevuto al suo ingresso in città, ndr) aveva perso da poco la mamma. Erano i giorni della festa patronale e da seminaristi partecipammo alla processione della Madonna di Ripalta. A me fu dato l’ufficio di reggere il pastorale dell’allora vescovo monsignor Mario Di Lieto. Quello stesso bastone che oggi mi viene consegnato. Ecco, il segno – si commuove don Fabio – ed io voglio portarlo come allora in onore della Vergine».


Monsignor Ciollaro è stato accolto oltre che dal vecchio amico di studi dai sindaci delle città della diocesi con i testa il primo cittadino di Cerignola, Francesco Bonito, e dal presidente della provincia e sindaco di Candela, Nicola Gatta, davanti il palazzo di città. Giunto a bordo di una spartana Fiat Punto, è apparso emozionato e grato per l’accoglienza da parte di una comunità che ritrova la sua guida spirituale, dopo la partenza per l’arcivescovado di Catania di monsignor Luigi Renna.

Nel corso dell’omelia, Ciollaro ha indicato quale saranno le direttrici del suo magistero: «servizio, carità e volontariato» attività da svolgere in favore di «giovani, ammalati e carcerati», una Chiesa «in linea con quella di Francesco».
Se su Renna sette anni fa si riversavano aspettative di rinnovamento, il magistero di Ciollaro si annuncia in continuità e senza forzature. Il presule è apparso al debutto come un sacerdote di servizio agli ultimi e di ultimi nella diocesi ce ne sono molti, a partire dall’alto tasso criminale e dalla imponente presenza di immigrati: due questioni che, ascoltando il primo intervento, Ciollaro conosce bene.

Natale Labia

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