EuroVolley, la protesta dell’associazione: “Opportunità sfruttate a metà”
L’euforia per la vittoria dell’Italia agli Europei under 21 di volley femminile non si è ancora spenta del tutto, così come è ancora viva la soddisfazione dell’amministrazione comunale per la riuscita della manifestazione. Tuttavia, ci sono malumori da parte delle società sportive locali che non sarebbero state sufficientemente coinvolte da parte dell’assessorato allo Sport di Rossella Bruno. Matteo Russo, presidente della Pallavolo Cerignola, spiega a suo avviso cosa non è andato nell’organizzazione dell’evento.
Presidente Russo, cosa è successo esattamente?
«Il coinvolgimento delle associazioni sportive locali da parte del Comune è stato limitato. Una manifestazione di caratura internazionale come quella che abbiamo avuto a Cerignola avrebbe meritato un maggior risalto che soltanto gli operatori sportivi del settore avrebbero potuto garantire. Per esempio, gli Europei avrebbero dovuto portare un grosso ritorno d’immagine al movimento pallavolistico locale. Invece si è preferito sponsorizzare il padel».
Questa scelta che secondo lei non ha valorizzato il volley locale, da cosa ritiene che sia dipesa?
«Il Comune di Cerignola avrebbe potuto avvalersi maggiormente del contributo delle società sportive cittadine. Già dai primi mesi, sono emerse delle problematiche relative alla collaborazione. La mia idea di organizzazione dell’evento era lontana da quella del Comune. A me piace fare sport e non politica e, a mio avviso, si è data una connotazione politica all’organizzazione. Io non ho condiviso questa impostazione e ho preferito non continuare».
Nel concreto, cosa l’ha convita a lasciare?
«L’idea di portare gli Europei under 21 femminili a Cerignola è nata nell’ottobre 2021. Sono stato contattato dalla Fipav e ho a mia volta contattato l’amministrazione comunale, il cui coinvolgimento era imprescindibile. Si è poi avuta una serie di incontri con l’amministrazione che – lo dico senza nessun intento offensivo, sia ben chiaro – non essendo esperta in materia sportiva, non è stata in grado di recepire le indicazioni delle società sportive come, per esempio, quelle a proposito delle strutture ricettive che garantissero un’adeguata ospitalità alle squadre. Già da qui è emersa la mancanza di volontà di recepire le nostre indicazioni. A lungo andare, questa tendenza si è accentuata e, in primavera, ho preferito fare un passo indietro».
Lei come giudica riuscita l’organizzazione dell’evento?
«Le energie spese sono state tante e, dal punto di vista dell’affluenza (oltre 5mila spettatori, n.d.r.), i risultati sono stati eccellenti. Ma le opportunità che l’evento ha portato a Cerignola sono state sfruttate solo al 50%».
Giovanni Soldano