Il mistero (ma non troppo) sull’omicidio dei Cirillo a Cerignola
Sono stati giustiziati con colpi in testa: i corpi di Gerardo Cirillo, di 57 anni, e suo figlio Pasquale, di 27 anni, sono stati ritrovati rinchiusi in una busta di plastica bianca e abbandonati nei pressi di un casolare tra Manfredonia e Cerignola ammassati insieme a tubicini per l’irrigazione. Proprio su quelle strade che, soprattutto nel weekend, vengono battute dai turisti per raggiungere il litorale.
Erano scomparsi da qualche giorno, tanto che i familiari avevano presentato una formale denuncia alla polizia, che successivamente ha ritrovato i corpi. Gerardo Cirillo aveva precedenti con la giustizia: nel novembre del 2014, la polizia trovò 230 grammi di droga stipata nella mansarda di un locale in zona Tomba dei Galli. La cocaina era conservata in una sacca utilizzata per il cemento ed era occulatata tramite il mix con altro materiale edilizio. All’epoca dei fatti, l’uomo era emigrato a Milano, ma fu rintracciato nell’appartamento in fase di ristrutturazione.
A quanto risulta, invece, il figlio Pasquale sarebbe stato incensurato.
La dinamica e l’occultamento di cadavere farebbero pensare ad una vera e propria esecuzione in stile mafioso, anche se informalmente dalla Questura si tende ad escludere la pista mafiosa (tra l’altro non privilengiandone altre). Fatto sta che il duplice omicidio dei Cirillo al momento è un vero e proprio giallo.
Sono infatti cucite le bocche in Questura, a conferma di una delicata indagine che dovrà per forza concentrarsi non solo sugli attimi di vita delle due vittime, ma anche sulle abitudini e sugli incontri avvenuti prima che la famiglia denunciasse la scomparsa alle autorità.