“Era meglio se morivo io”: Rendina confessa il duplice omicidio dei Cirillo
“Sono pentito, non volevo uccidere nessuno. Era meglio che mi uccidevo io”. Così Giuseppe Rendina, autore del duplice omicidio di Gerardo e Pasquale Davide Cirillo, ha confessato. A riportarlo è Repubblica, che aggiunge dettagli alla confessione resa al pm Alessio Marangelli dall’uomo originario della BAT che ad agosto scorso ha esploso colpi di arma da fuoco in seguito ad una lite con i due cerignolani.
Alla base del duplice omicidio vi sarebbe stata una questione di soldi. Rendina a marzo scorso avrebbe contratto un debito con i Cirillo pari a 20mila euro e i tre avrebbero preso accordi per il saldo: Rendina avrebbe dovuto lavorare nei campi per poter estinguere quanto dovuto.
A far saltare l’accordo – secondo la versione dell’assassino – la richiesta dopo cinque mesi di restituzione dell’intera somma entro ventiquattro ore. Dopo la discussione, Cirillo si sarebbe allontanato dalla campagna lasciando da soli sia il figlio che Rendina e a questo punto vi sarebbe stato il primo omicidio e l’occultamento di cadavere tra i tubicini per l’irrigazione presenti nel podere.
Nel pomeriggio in campagna è arrivato anche il padre, che Rendina avrebbe freddato non appena giunto sul posto.
Dalle intercettazioni è emerso che verso le 15.30 del 30 luglio il primo ad essere ucciso è stato il 28enne Pasquale Davide. Nell’audio a disposizione degli inquirenti si sente un colpo di pistola e poi un fruscio come se Rendina stesse spostando qualcosa di pesante. Mezz’ora più tardi si sente Gerardo Cirillo dire “Giuseppe non dico niente a nessuno”, frase seguita da uno sparo.