Cosa è davvero successo tra gli avvocati: le versioni di Raffaeli e Ditommaso
Lo scontro tra l’avvocato Laura Raffaeli e l’avvocato Sabina Ditommaso finisce in Procura con le vicendevoli denunce che le due professioniste si sono scambiate in seguito all’intervento presso l’abitazione di un privato per la gestione del caso dell’affidamento di un minore. Raffaeli sostiene di essere stata aggredita fisicamente, Ditommaso nega ogni addebito. Di seguito le versioni delle professioniste raccolte da Giovanni Soldano.
LA VERSIONE DI LAURA RAFFAELI
“Sono stata contattata intorno alle ore 17. La madre era giunta presso l’abitazione del padre, che io rappresento, per prelevare il bambino che, in quel momento e come d’accordo, si trovava col lui. Dopo un primo momento in cui si cercava di capire quali fossero le volontà del bambino, si comunica alla mamma che il bambino sarebbe rimasto col papà. Un poliziotto è dunque salito nell’abitazione del padre, assegnandolo in quel momento a me”.
“Il poliziotto mi ha chiesto di mettere il minore in sicurezza, assegnandolo in quel momento a me e chiedendo di far parlare il bambino con la mamma e con gli avvocati Ditommaso e Montenegro. Io ho ripetutamente chiesto al poliziotto se si trattasse di una situazione idonea per il minore perché la situazione era molto complicata, erano presenti dieci agenti di Polizia e la madre era ubriaca. Ho chiesto di tutelare il minore. Mi è stato risposto di non preoccuparmi perché erano presenti anche due mie colleghe”.
“Il bambino ha accettato di incontrare sua madre nell’atrio della palazzina in cui abita il padre ed ha chiesto la mia presenza. Siamo scesi tutti: io, il poliziotto, il bambino, il papà e un cugino del bambino. Il poliziotto è uscito per accompagnare la mamma nell’atrio, ed è stato allora che l’avvocato Ditommaso ha invaso una proprietà privata, mi ha sottratto il minore che avevo sotto braccio, lo ha buttato in mezzo alla strada, mi ha preso per il collo con una mano e, con l’altra mano, ha tentato di chiudere il cancello. Il mio collo è andato all’indietro e ho urlato chiedendo aiuto. Il poliziotto che ci aveva accompagnato è intervenuto, togliendomela di dosso. Il minore si è trovato davanti una scena raccapricciante, è rimasto scioccato: sua zia era stata ammanettata per aver aggredito due poliziotti, la madre ubriaca era riversa a terra”.
“Ci sono violazioni di norme deontologiche in quanto, fino a un mese fa, Ditommaso era l’avvocato del padre per altre questioni. Non so a che titolo lei fosse lì, dovrà spiegarlo a chi di dovere. Non so a che titolo lei mi abbia sottratto il minore”.
“Sabina Ditommaso era in compagnia della sua collaboratrice di studio, l’avvocato Giuseppina Montenegro che è la legale della madre del minore e con la quale ho avuto rapporti soltanto via PEC. La madre però sostiene che lei sia difesa da Ditommaso, non da Montenegro. Lo ha anche dichiarato alla Polizia. Questo però non può essere perché, secondo il nostro codice deontologico, in casi di separazione, divorzio ed affido di minori, noi avvocati non possiamo mai assumere cause contro i nostri ex clienti. Perciò Ditommaso o è l’avvocato della donna, e non può farlo, o non è l’avvocato della donna, e allora deve spiegare a che titolo era lì e a che titolo mi ha sottratto il minore”.
“Mai mi sarei immaginata qualcosa del genere, tenendo anche presente la presenza di dieci poliziotti. Ora sarò costretta ad indossare un collare per 15 giorni. Sono stata anche minacciata. Mi ha detto che me l’avrebbe fatta pagare, che mi avrebbe fatto fuori, che sono una persona schifosa. Questo è stato ripetuto anche dalla sua collaboratrice di studio, l’avvocato Montenegro il cui marito è peraltro un poliziotto. Il tutto è accaduto davanti a decine di testimoni”.
LA VERSIONE DI SABINA DITOMMASO
“Mi trovavo sul posto non in qualità d’avvocato, ma come amica della madre del minore. A patrocinare la donna nella causa di separazione è l’avvocato Montenegro, mia collega. Siamo intervenute solo per timore che la madre, molto agitata, potesse compiere atti autolesionistici”.
“Non ho mai afferrato per il collo l’avvocato Raffaeli né ci sono state minacce da parte mia. Quello che è accaduto è che il bambino ha abbracciato la sua mamma e si è tranquillizzato. Noi abbiamo poi accompagnato la donna a casa sua e tutto è finito lì. Certamente c’era concitazione, tutti gridavano, il bambino piangeva. Non si capisce da dove sia saltata fuori questa storia dell’aggressione”.
“Quando la madre ha affermato che io fossi il suo avvocato, intendeva dire che l’ho già patrocinata in altre cause. In questa lei è difesa dall’avvocato Montenegro. Ripeto che ero lì solo in qualità di amica della donna, che conosco da dieci anni, così come suo marito”.
“Ho presentato denuncia presso l’Arma dei Carabinieri per simulazione di reato, false dichiarazioni, diffamazione aggravata. Non è accettabile che l’avvocato Raffaeli inventi accuse del genere solo per attaccarmi politicamente e per un tornaconto professionale. Agirò in tutte le sedi civili e legali per difendermi”.
La faccenda puzza e puzza di grosso: da una parte ci sono legami forti con la direzione del già chiacchieratissimo ospedale Tatarella, dall’altra amicizie con poliziotti .A questo punto la soluzione più logica e l’espulsione dalla politica di entrambe fino al chiarimento in aula del fattaccio. Il fatto che la Ditommaso si difenda alludendo ad un attacco politico e già dimostrazione di arroganza e di smanie di onnipotenza che nella dichiarazione dei fatti avvenuti nelle spiegazioni della Raffaello non si ritrovano.
Sei un poveretto. Cerchi di buttarla in caciara politica e mettere in cattiva luce entrambi gli schieramenti politici, dando al fatto un valore politico e trarne vantaggio come lista civica. Patetico e noioso, tanto si è capito chi c’è dietro questi commenti.
Tu se non sei proprio la Ditommaso sei un parente, io sono solo uno che legge quello che si dice sia successo e da il suo parere. Ripeto per me questo mettere le mani avanti e rifugiarsi dietro l’attacco politico e un discorso autoctono e che mette in risalto il malaffare truffaldino spesso e volentieri perpetrato da una certa avvocatura di Cerignola.
“”” Dauna certa avvocatura”””” !! E quella del incarico da 600mila euro come la definisci?
Di questo dovresti chiedere alla magistratura non a me.
Anche perdere i 25k annui (minimo) sono un danno certo per un avvocatuccio di provincia
Ti risulta per caso un procedimento di qualche tipo su questa cosa dei 600 mila euro?
Hai notizie che noi non abbiamo?
Sai chi è stato imputato? Facci i nomi per cortesia, vogliamo sapere, grazie caro.
Eccolo qua, il professore, imprenditore che crede di dare lezioni di moralità a tutti ! Hai aderito al saldo e stralcio per gli evasori?
Credevo fosse passata l’epoca delle sfere di cristallo, dei tarocchi,dei consigli della fattucchiera.Tu caro O’professore (sicuramente non vesuviano) sei rimasto a quei tempi.
No bello mio, ho donato dei soldi alla Caritas così puoi andare a fare la spesa.
Se hai problemi fammi sapere, ti metto a fare il giardiniere, mi lavi le macchine e se sei bravo, ti promuovo a tutto fare, però devi rinunciare al reddito di cittadinanza.
Tu sei solo un pezzente arricchito , con la paura addosso che un giorno o l’altro la Guardia di Finanza ti citofona a casa . Dovrai vivere sempre con la paura addosso che ti portano via quello che hai evaso, parassita
E tu mi sembri molto interessato / a !!!
Perfettamente d’accordo.
Tra l’altro le due Beduine stanno creando un rallentamento delle priorità in tema di giustizia!
Per una lite tra oce selvatiche, ricorrono a processi e tolgono tempo prezioso ai giudici, che dovrebbero occuparsi di faccende molto più importanti di queste sceneggiate ridicole.
Il cognome di una delle due fa già capire dove sta il vero e fa anche immaginare chi ha iniziato… L’altra, da professionista non ciarella, purtroppo ha solo perso i punti.
Spero che una volta appurata la verità l’Ordine intervenga. Anche le associazioni forensi cerignolane dovrebbero svegliarsi, la cosa è vomitevole per tutta la categoria.
A voce di chi l’ordine forense di Cerignola si dovrebbe pronunciare, ci sono avvocati di Cerignola candidatisi ancora una volta che sono arrivati tra gli SCARTATi e se vantano pure sui social.
Non e un caso che in tutta la Puglia l’avvocatura cerignolana sia considerata quella meno professionale e malfamata.
Velenosi Commentatori del nulla
Senza conoscenza
senza arte né parte
Quanta miseria umana
Schifata