Caiaffa: “Così rilancio l’interporto di Cerignola”
“È un progetto ambizioso che di notte non mi fa dormire”, dice ridendo a l’Attacco l’imprenditore cerignolano Luigi Caiaffa. Perché il suo progetto è davvero ambizioso: trasformare l’interporto sito nella Zona Industriale di Cerignola “in un vero e proprio Hub energetico che includa fotovoltaico e idrogeno verde nel quadro del discorso della Comunità Energetica Rinnovabile. L’idea è di rendere autosufficiente dal punto di vista energetico tutta l’area, che ha un’estensione di 30 ettari”. Il gruppo Caiaffa, che tramite l’azienda Cerichem produce dispositivi medici per strutture sanitarie e prodotti per la pulizia degli ambienti domestici e per l’igiene personale, ha acquistato l’intera struttura nella primavera del 2021 per un costo di poco meno di 2 milioni di euro.
“Attualmente, Cerichem ha in organico 53 persone, ma il progetto andrebbe a generare circa 200 posti di lavoro – spiega Caiaffa – I tempi? Quelli dipendono non solo dalla burocrazia, ma anche dal lavoro che ci vorrà per operare un cambiamento di mentalità nel settore della logistica nel suo insieme. Occorre avere collegamenti con altri interporti e con le strutture ricettive già in attività. Basti pensare che, con un’adeguata sinergia con l’interporto di Nola, Cerignola diventerebbe un punto cruciale per tutto il traffico che parte dal Sud Italia ed è diretto verso il Nord Italia”.
Perché nella visione del gruppo Caiaffa il rilancio dell’interporto non coinvolge soltanto l’aspetto energetico ma anche quelli della logistica e del trasporto: “Attualmente, all’interno dell’interporto sono già presenti due coppie di binari collegati alla linea ferroviaria Adriatica. Il tratto all’interno dell’interporto ha una lunghezza di 500 metri, mentre la lunghezza complessiva del tratto di collegamento all’Adriatica è di 1,5 km. La nostra intenzione è di portare il segmento interno a 750 metri di lunghezza, così da superare i 2 km totali. La finalità di questo potenziamento – continua il patron del gruppo – è di andare a costituire la cosiddetta autostrada viaggiante, un sistema che prevede il caricamento idraulico automatico dei mezzi pesanti sui treni merci ed il loro trasporto, da parte dei convogli, sia in Italia sia all’estero. È un sistema di trasporto diffusissimo in Svizzera, in Germania e nel Nord Europa in generale. In Italia, l’utilizzo è limitato solo in alcune zone del settentrione. Qui al Sud saremmo i primi. Questo sistema permetterebbe di decongestionare il traffico autostradale, con conseguente abbattimento delle spese per il carburante e diminuzione delle emissioni di gas di scarico”. Sulla carta tutto bellissimo, insomma, ma ancora una volta sono i tempi di realizzazione a essere il maggior ostacolo: “Stiamo lavorando alacremente per concretizzare le nostre idee, già nel mese di aprile la Cerichem si trasferirà qui”, anticipa l’imprenditore al nostro giornale. E l’Hub energetico di cui si diceva?
“Ci stiamo attrezzando per costituire la Comunità Energetica – spiega Caiaffa – Le connessioni alle reti esistenti (idrica, elettrica, fibra ottica) già ci sono. Stiamo conducendo dei sondaggi con altri imprenditori presenti in Zona Industriale così da capire quanto le loro aziende consumino e poter agire di conseguenza”. C’è poi la costruzione della centrale di produzione d’idrogeno verde che tanto sta facendo discutere. L’area su cui andrebbe a sorgere all’interno del perimetro dell’interporto è già stata individuata e ha le dimensioni di 4 ettari circa: “L’UE punta alla costruzione di tanti impianti di produzione di piccole e medie dimensioni anche in Italia, così da soddisfare le varie esigenze dei territori – afferma Caiaffa – Costruire grossi impianti non sarebbe conveniente dal punto di vista dei costi di gestione e di trasporto del gas. Per di più, costruire una centrale di produzione d’idrogeno verde in un’area dismessa com’è l’interporto non comporta ulteriori cementificazioni, perché basta ristrutturare le strutture presenti ed utilizzare al meglio ciò che si ha, per esempio installando pannelli fotovoltaici sui capannoni già esistenti. In questo modo non si sottrae suolo all’agricoltura, che anzi ne gioverebbe anch’essa”.
Proprio il settore agricolo ed agroalimentare va a formare l’ultimo tassello del progetto, più specificatamente nell’ambito della logistica e dello stoccaggio: “Nella Zona Industriale di Cerignola, l’agroalimentare ha un’importanza fondamentale. All’interno dell’interporto sono già presenti due mega celle delle dimensioni di 5000 m² ciascuna, capaci di raggiungere varie temperature – illustra Caiaffa – Le stiamo ristrutturando per restituirle all’originaria destinazione d’uso. In questo modo, si darebbe la possibilità ai produttori agroalimentari locali di stoccare la merce al freddo e di venderla al momento giusto, senza svenderla ai commercianti a causa del rischio di non riuscire a piazzarla sul mercato”, conclude l’imprenditore.
Giovanni Soldano, l’Attacco