La lunga attesa (e qualche tensione) per la segreteria del PD
Ha impiegato meno tempo Elly Schlein a nominare la segreteria del Partito Democratico a livello nazionale, che la sezione locale a individuare un esecutivo che possa accompagnare la formazione progressista alle future sfide elettorali e politiche.
A febbraio scorso l’elezione di Daniele Dalessandro a capo del PD è stata salutata favorevolmente da tutto il Partito, poiché maturata con un accordo unanime che ha evitato la conta interna e ulteriore inasprimento di posizioni contrapposte tra l’area Schlein e l’area Bonaccini. Eppure da quel momento, nonostante la proclamazione (pure) del nuovo segretario provinciale, pare che da Via Mameli nulla si sia mosso o che stenti a muoversi.
Da una parte vi sarebbe la volontà, da parte dell’attuale maggioranza di segreteria, di evitare di accavallare incarichi tra segreterie locali e regionali; dall’altra, sponda minoranza, vi sarebbe la volontà di accelerare per mettersi al lavoro su tanti temi, peraltro di natura amministrativa.
Un altro tema dibattuto riguarda la composizione stessa della segreteria e la possibilità (o meno) che gli amministratori debbano essere esclusi dagli incarichi di partito: uno scenario su cui gli animi si fanno tesi. Consiglieri e assessori faranno parte della segreteria del PD? È questo uno degli aspetti che allontanerebbe le due anime del PD e che sembrerebbe allungare i tempi di composizione della segreteria. La strada si fa tutta in salita.