Addio parità di genere, gli atti del Comune sono illegittimi?
In questo momento la Giunta di Cerignola starebbe producendo (e avrebbe già prodotto) atti illegittimi. Tutta “colpa” delle quote rosa. E fino a quando non si procederà alla sostituzione – rigorosamente con un’altra donna- dell’assessora Rossella Bruno, che ha incontrato la sfiducia del suo gruppo di riferimento- tutti gli atti di giunta, alcuni già votati martedì scorso, sarebbero palesemente illegittimi.
Il condizionale è d’obbligo quando si parla di pubblica amministrazione, ma l’orientamento giuridico è pressoché unanime. La legge infatti precisa che all’interno di una giunta comunale entrambi i sessi debbano essere rappresentati in una percentuale non inferiore al 40%. Con le dimissioni di Rossella Bruno, e prima ancora di Olga Speranza sostituita da Mimmo Dagnelli, la proporzione scende drasticamente al di sotto del 30%.
Tra le donne oggi restano infatti soltanto Teresa Cicolella e Maria Dibisceglia; tra gli uomini il sindaco Francesco Bonito e gli assessori Sergio Cialdella, Domenico Dagnelli, Pietro Gianfriddo e Michele Lasalvia. Per effetto della normativa sulle quote rosa, quindi, tutti gli atti prodotti in regime di mancato rispetto della parità di genere possono essere illegittimi. La giurisprudenza sul tema abbonda.
Ed è già successo martedì, quando la giunta ha approvato delle delibere, che ora dovrà nel caso revocare in autotutela in attesa di riequilibrare i rapporti di forza tra assessore e assessori, come già successo ad esempio a Barletta, che si è ritrovata nel passato nella stessa situazione.
“Il Comune di Cerignola non rispetta la parità di genere in Giunta. Cinque uomini e due donne. Tutte le delibere dopo le dimissioni della Bruno vanno revocate? Chiediamo al Prefetto ed al segretario comunale di far luce su questa storia. Anche perché la parità di genere del 40% non veniva rispettata già prima, poiché erano in Giunta cinque uomini e tre donne. E 3 su 8 non è il 40%” dice il segretario cittadino di Forza Italia, Carlo Dercole.
Della stessa opinione Fratelli d’Italia: “Insomma, non si garantisce il 40% di quota di genere ed ogni determinazione dell’Esecutivo cittadino potrebbe avere profili di illegittimità”.
“Ci ha pensato il sindaco che tutto sa e tutto può? Anche questo è rispetto delle regole e della legalità. Cosa ne pensano segretario e prefetto? Anche perché, a ranghi ridotti e senza rispettare la proporzione, la Giunta in questi giorni ha già adottato e pubblicato delibere. E chissà quando riusciranno a ricomporre la squadra al completo, considerando liti e appetiti… È più facile che salti un altro assessore. Stavolta uomo”, si legge nella nota dei meloniani.
mc
Io mi vergognerei sopratutto del fatto che sia FRATELLO D’Italia a far notare certe cose al PD ( che poi sto gruppo di arrivisti ha ben poco del Pd )
Questa è l’ABC dell’amministrazione pubblica
Infatti tu dimostri di non conoscere l’ABC della PA
Già si sa che Lasalvia sarà la vittima da sacrificare.
Ti sbagli il prossimo sarà Cialdella
Per smontare sta tempestina in un bicchier d’acqua che si vorrebbe scatenare basterebbe chiedere: da quando sono efficaci le dimissioni? Dal giorno della protocolalzione delle stesse o dopo 20 giorni?
i 20 giorni sono efficaci solo per il sindaco mentre per gli assessori e consiglieri valgono dal momento del protocollo. ESEMPIO? Avete aspettato 20 giorni per sostituire CELESTINO o solo qualche ora dalle sue dimissioni? siete CAPRE IGNORANTI
Mbe mbe, ora calcola la quota del 40% prima delle dimissioni della Bruno. È rispettata o no?
La percentuale prima delle dimissioni di Bruno era soddisfatta perché la legge prevede ARROTONDAMENTO. infatti era 38% … con arrotondamento vai a 40%, stiamo lì.
Da 28 a 40 come è adesso non si può fare ma tu sei un lecchino e queste cose non le studi te le fai raccontare. Ora devi aspettare a lunedì che il tuo padrone ti dice cosa devi rispondere