“Se ti sparano devi avere fortuna a trovare un medico”
Quelle del Tatarella , e non solo, sono criticità talmente importanti da ingolfare anche Foggia. Il sindaco del capoluogo, Maria Aida Episcopo, ha incontrato i vertici dell’ASL di Foggia per discutere la grave situazione di emergenza sanitaria che affligge il policlinico Riuniti e indirettamente anche il resto delle strutture ospedaliere della provincia che vivono disagi di personale in corsia e ricorrono sempre più frequentemente a trasferimenti di pazienti presso l’hub foggiano.
All’incontro ha partecipato anche il direttore generale Antonio Nigri. Tra le criticità emerse, come abbiamo avuto modo di vedere nello scorso articolo, c’è il pronto soccorso, un problema oramai endemico per tutte le strutture sanitarie locali, che però si ripercuote pesantemente anche sul polo centrale, l’Ospedale Riuniti dove si arriva ad aspettare anche 10 ore per il proprio turno.
A Cerignola invece, i medici che minacciano le dimissioni al Tatarella hanno già esposto le loro perplessità in merito alla cattiva gestione del pronto soccorso, alla mancanza di personale in tutta la struttura ed al reparto di rianimazione di fatto chiuso, con il resto del personale integrato in PS ed all’attivo solo il rianimatore in caso di emergenza.
Inoltre, il reparto di Medicina sarebbe l’unico che, secondo i medici, riesce a supportare adeguatamente il pronto soccorso, aiutando a gestire le difficoltà quotidiane. Un medico, parlando della reperibilità notturna, ha espresso la sua frustrazione: “Uno deve scegliere il giorno giusto per essere sparato, altrimenti rischia di non trovare il chirurgo”. Questa frase ironica sottolinea una cruda realtà: capita che la notte si alterni la reperibilità notturna tra urologo e chirurgo, il che significa che un paziente potrebbe non trovare il medico specialista di cui ha bisogno, obbligando il personale a trasferirlo in altre strutture. Ad esempio Foggia.
Con il trasferimento, lo stesso medico che prende in carico un paziente, ha l’obbligo di seguirlo. Questo, unito alla già presente mancanza di personale e reperibilità, significa che un semplice trasferimento potrebbe diventare una situazione rischiosa dato che in struttura nel caso rimarrebbe un solo medico su due.La situazione è simile per i casi di Traumatologia.
Nel tempo, il reparto al Tatarella è stato ridotto a una sorta di ambulatorio diurno, il che significa che di notte, un paziente con un trauma dovrebbe addirittura aspettare fino al mattino seguente per essere visto da un ortopedico.Per queste ragioni i medici “dissidenti” all’interno del Tatarella continuano la loro battaglia, raccogliendo sempre più consensi e superando al momento la dozzina di sostenitori tra colleghi, pronti a manifestare con gesti decisi ed eclatanti.
Giuseppe Bellapianta
Ma tanto Cerignola dorme!
Tutta la provincia è un deserto dei tartari, avamposto abbandonato dalla politica barese e dai suoi lacchè : nella sanità, nel turismo, nella sicurezza, nei trasporti, nei rifiuti, nella cultura,..quando si parla di Puglia è solo Salento e barese. E la Capitanata continua ad affidarsi a chi è causa dei problemi. Riaprite i manicomi!
all’ospedale Tatarella ormai la situazione è ingestibile, tra l’altro i medici e infermieri di pronto soccorso sono tra i più ciucci del pianeta. Dal personale che non è in grado di fare un prelievo di sangue alla dottoressa che non è in grado di mettere dei punti di sutura a chi arriva causa incidente. Ti parcheggiano nella stanza e tornano a trastullarsi in ghigni e risate, sopratutto se arrivi nel cuore della notte. Devi sperare di stare davvero male così scende qualcuno dal reparto competente e ti ricovera se tutto va bene.
Auguro a te e a chi la pensa come te, che questo ospedale chiuda così da spingerti ad andare a Foggia o a San Giovanni e farti le tue brave 12 ore in sala d’attesa!