Morte Natascha in ospedale, la famiglia replica: “Noi morti con lei, ce l’hanno uccisa”
C’è stata l’aggressione al personale medico, ma quella sera, nel reparto di Chirurgia Toracica degli Ospedali Riuniti di Foggia, secondo i familiari della vittima, c’è stato anche altro. Malasanità, ad esempio. La versione raccontata dalla famiglia di Natasha Pugliese, deceduta durante un intervento, riapre una ferita e una tragedia che in queste ore è passata sotto silenzio perché sovrastata dai video delle feroci aggressioni al personale medico. La famiglia non si sottrae alle responsabilità (“É morta? Lui (il medico, ndr) mi fa un cenno, non ho capito più nulla ho urlato messo mani addosso a chiunque, La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di Gomorra, perché mia sorella é stata uccisa da loro”), ma quella, dicono, non è probabilmente l’unica verità di quella maledetta notte tra il 4 e 5 settembre.
Tutto ha inizio a giugno, quando Natascha è vittima di un incidente in via Napoli, investita da un’auto mentre era a bordo della sua bici elettrica: un impatto violentissimo che scaraventa la 22enne dall’altra parte della strada. La corsa in ospedale, 16 giorni di coma, la tracheotomia e interventi a tre vertebre: “Natascha subisce un danno assonale e non sarà più la stessa”, racconta la sorella.
Il 3 luglio 2024 Natascha si sveglia, riconosce tutti ma non ricorda nulla dell’incidente e dopo due giorni, dopo essere trasferita dalla Rianimazione alla Neurochirurgia inizia il percorso di ripresa che la porterà, dopo due settimane, a fare riabilitazione e a compiere i primi passi.
“Ma qualcosa non va. Il 16 agosto Natascha dovrà subire un piccolissimo intervento alla trachea perché la tracheotomia ha causato un restringimento della trachea, è una cosa comune e diffusa in molti pazienti che subiscono la tracheotomia.. un intervento fatto in anestesia totale. Dopo una settimana – racconta Tatiana- ritorna in riabilitazione ricomincia il suo percorso di ripresa si continua a sperare di uscire presto lei con tutte le sue forze completa tutti gli esercizi inizia a camminare da sola senza l aiuto di nessuno la soddisfazione si legge sul suo volto”. Le cose sembrano andare bene, “la saturazione è ottima al 99%”. La soddisfazione è tanta ed è testimoniata dai messaggi e dalle foto che Natascha invia ai suoi cari.
Si decide pertanto di trasferirla a Roma per l’ultimo intervento ma “Nessuno ci ha mai parlato di morte o cose gravissime, sapevamo che era un intervento delicato ma addirittura per tranquillizzarci ci hanno detto anche un ragazzo di Cerignola l’ha fatto, cerchiamo di inserirla il prima possibile”. Operazione fissata al 13 settembre in una struttura della Capitale, riferisce la giovane donna. Ma il 4 settembre arriva l’ultimo messaggio. Sono le 17:38. Natascha avverte che “devo rifare il palloncino”, una pratica per permettere di respirare in soggetti a tracheotomia. Ci vediamo dopo, rispondono i suoi familiari. Natascha risponde con tre cuori. Da quel momento non la rivedranno più.
Inizia l’intervento e alle 19:00, ad operazione in corso, un medico avverte la famiglia di complicazioni. Da quel momento è panico. Intorno alle 22:30 arrivano le pattuglie: “Ci chiediamo perché sia arrivata non capiamo o forse avevamo capito tutto ma non volevamo crederci…Chiediamo ai poliziotti perché siete qui. La polizia suona in reparto ma nessuno apre.. dopo 10 minuti si apre quella porta maledetta riesco ad entrare e chiedo di mia sorella ma nessuno mi risponde: inizio ad urlare dov’è mia sorella riesco a passare mi trovo il dottore d’avanti e chiedo con sangue freddo. É morta? Lui mi fa un cenno, non ho capito più nulla ho urlato messo mani addosso a chiunque, La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di Gomorra, perché mia sorella é stata uccisa da loro, dovevano trasferirla con urgenza visto che era così grave, visto che già ci dissero che non erano competenti su questi interventi… invece no dovevamo aspettare al 13 settembre”.
La sorella della vittima prosegue nel racconto: “Mi rimaneva solo cercare mia sorella, dal finestrino della porta della sala operatoria c’è lei coperta da un lenzuolo verde SOLA coperta di SANGUE La sala era completamente pulita E VUOTA nessuno strumento si intravedeva NESSUN DOTTORE in giro. 4 gocce di sangue sul pavimento lontano dal tavolo operatorio la nostra Natascha si è addormentata dicendo arrivo durerà poco. Dicono che è morta alle 21:00 noi l’abbiamo saputo passate le 22:00. LA MIA TASCHA doveva fare un intervento di routine senza BISTURI senza tagli, La mia Tascia si è addormentata con il pensiero di svegliarsi subito, La mia Tascia ce l’ha messa tutta, ha superato il peggio, pensavamo che l’incubo era terminato, invece no l’incubo é iniziato in quella stanza… Niente e nessuno mi darà indietro mia sorella, pagherei oro per averla qui, per ricevere un suo messaggio farei qualsiasi cosa… non succederà più, Sono morta anch’io con lei, non accetterò mai tutto ciò , non lo perdonerò mai”.
Per la famiglia non ci sono dubbi sulle responsabilità della morte della ragazza “Mi butto nel fuoco, ne sono certa”, dice la sorella. “Sembra che siamo pazzi, delle bestie, in questa situazione ci troviamo qui a dare anche spiegazioni, Ma lo facciamo Solo perché tutti devono sapere LA VERITÀ!”
fatevi dare l’elenco di tutto il personale presente nella sala……..
Certo ti dico solo Ke arrivavano dottori di seguito entravano ma nessuno usciva e ci diceva cosa stesse succedendo nnt di nnt
Secondo me il principale responsabile è il primario del reparto.
Dovevano trasferirla subito dopo l’incidente altrove.
Che il Signore l’abbia in gloria.
Amen
Le mie più sentite Condoglianze.
Incompetenti di merda!!!! Adesso la dovete pagare cara!! Lo spero ❤️