La gestione di famiglia non piace a Merra: il consigliere lascia il PD

Una rovinosa gestione familistica del Partito Democratico, basata sul quadrilatero Dalessandro figlio, Dalessandro padre, Maria Dibisceglia (compagna di Dalessandro figlio) e Nicola Giordano, ha portato il consigliere comunale Vincenzo Merra a lasciare il PD e dichiararsi indipendente pur sostenendo l’Amministrazione Bonito.

La scarna comunicazione con la quale Merra ha annunciato il suo addio ai democratici è la punta dell’iceberg di quanto successo in questi ultimi mesi, con un logoramento dei rapporti politici nei confronti di un partito, quello gestito dai Dalessandro, da Dibisceglia e da Giordano, che ormai è una polveriera.

Il circoletto di Dalessandro, Giordano e Dibisceglia.

Per comprendere quanto la politica sia assente dalle parti di via Mameli, occorre fare un balzo indietro nel tempo. Nei mesi scorsi Merra, insieme ad altri consiglieri, aveva chiesto un azzeramento della giunta, comprese le cariche del PD (Dibisceglia e Cicolella): non una mancanza di fiducia, visto che il consigliere ha sempre votato in linea col partito, ma una valutazione laica e meno familistica del loro operato, soprattutto alla luce di risultati che non sono stati particolarmente esaltanti o comunque non sono stati percepiti dalla cittadinanza. La richiesta è stata bocciata. Le due assessore sono state riconfermate senza se e senza ma. Garantiscono i “capi”.

Consiglieri cannibalizzati.

Giordano e i Dalessandro, in uno con la Dibisceglia, stanno naturalmente cercando di accrescere il proprio consenso a discapito dei consiglieri, che non avrebbero spazio per muoversi, come confermato dalle recenti dimissioni dal gruppo di Merra. Che non è l’unico a lamentarsi, ma è stato l’unico a dare concretezza alle parole. Basti pensare che Maria Rosaria Divito, candidata alle scorse elezioni provinciali, aveva in tasca l’elezione ma è stato il suo stesso partito – non votandola- a cannibalizzare la sua carriera politica. Della serie: o Giordano, o Dalessandro, o Dibisceglia o niente.

Le lamentele a singhiozzo.

Nelle settimane scorse perfino Francesco Sorbo, sempre del PD, aveva pubblicamente mostrato insofferenza per un’attività poco incisiva fino al punto di fare delle proposte concrete e “qualora questo mio messaggio non dovesse sortire nessun effetto, ne trarrò le dovute conseguenze”. Non si capisce cosa intenda Sorbo per “scossone”, se una notte bianca o una rivoluzione nell’approccio della gestione interna, ma il punto politico rimane intatto e va ricercato nella totale mancanza di aderenza alle istanze dei cittadini da parte dell’amministrazione e quindi del partito di maggioranza.

Savino sbrana il Partito Democratico.

Fino a ieri il Partito Democratico contava sei consiglieri; oggi, con le dimissioni di Merra, sono cinque. Sempre in maggioranza, Senso Civico ha perso Bellapianta passato all’opposizione e Gerardo Valentino è rimasto senza partito dopo lo scioglimento del movimento: sia Valentino che Merra adesso sarebbero indipendenti o nel gruppo misto, ma rumors raccontano che siano pronti ad abbracciare la Lista del sindaco Bonito, collegata al presidente della Provincia Giuseppe Nobiletti (che con ogni probabilità si candiderà alle regionali prossime). Di qui discendono scenari anche su scala provinciale e regionale. Il solito risiko di Palazzo, mentre nella Città sembra essersi consolidata l’idea di un’Amministrazione egoriferita e, pertanto, di poco spessore. Gerarchicamente, dal sindaco Bonito in giù. Molto in giù, fino a Dalessandro, Dibisceglia e Giordano.

Michele Cirulli