Tassi di usura fino al 600% e auto in fiamme: arrestata una donna
I Carabinieri della Compagnia di Foggia hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bari su richiesta di quella Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di una donna, residente ad Orta Nova, accusata dei reati di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri sotto la direzione della D.D.A.A. di Bari, in collaborazione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia. L’attività investigativa è stata avviata in seguito all’incendio di un’autovettura in uso ad una delle vittime e ha consentito di ricostruire, tra settembre 2023 e settembre 2024, il peculiare sistema di gestione del credito e l’imposizione di tassi usurari estremamente elevati (tra il 200% e il 600% annuo) applicati dall’indagata che, approfittando delle difficoltà economiche delle vittime, avrebbe costretto queste al silenzio e a continue erogazioni di denaro in cambio di prestiti di valore irrisorio. Inoltre, l’indagata, nel corso delle condotte minatorie e violente perpetrate nei confronti di alcune delle parti offese, avrebbe fatto esplicito riferimento a noti esponenti di vertice della compagine mafiosa denominata Società Foggiana, in virtù del legame di parentela, conosciuto dalle vittime, tra l’autrice dei reati e un noto esponente mafioso. Tutto ciò al fine di incutere maggiore timore e soggezione, sfruttando la forza di intimidazione dell’associazione mafiosa.
Nel corso delle indagini, a riscontro degli elementi investigativi raccolti, sono stati rinvenuti e sequestrati, a seguito di perquisizioni locali, diversi “pizzini”, denaro contante, un’agenda contenente annotazioni relative ai prestiti concessi e agli interessi da corrispondere, nonché un libretto postale intestato a un minore affetto da disabilità motoria – figlio di una coppia vittima di usura – trattenuto dalla donna a titolo di garanzia. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e l’indagata, la cui posizione è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, non può essere considerata colpevole fino alla eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.