Morte Natasha, bufera sul direttore del Policlinico di Foggia: “Si dimetta”. Hanno ragione i familiari?
“Non so come hanno gestito la comunicazione con la famiglia, dalle nostre parti c’è l’abitudine di dire mezze parole. Su questo forse credo più alla famiglia. Ci trattano così i sanitari”. Le parole del direttore generale degli Ospedali Riuniti di Foggia, Giuseppe Pasqualone, affidate ai microfoni della trasmissione FarWest, hanno creato scalpore. Per la prima volta, infatti, ed in maniera più che inusuale, sul caso della morte di Natasha Pugliese, la 23enne cerignolana deceduta durante un intervento chirurgico, i dubbi sono alimentati direttamente dall’interno del Policlinico di Foggia. E, nel caso specifico, dalla figura più autorevole.
Proprio sulla gestione della comunicazione – e non solo- i Pugliese avevano rimarcato l’assoluta incompletezza delle notizie prima, durante e soprattutto dopo l’intervento tanto che, come ha riferito in più riprese Tatiana Pugliese, sorella della vittima, la comunicazione del decesso sarebbe arrivata oltre un’ora dopo dell’effettiva morte della ragazza. Uno scenario, questo, che ha poi portato all’aggressione dei medici e degli infermieri presenti presso il reparto di Chirurgia Toracica lo scorso 4 settembre.
Le parole del Direttore Generale (“Sulla gestione della comunicazione credo più alla famiglia”) hanno generato polemica e proteste. Per Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, e Fabrizio Corsi, segretario Anaao del Policlinico, le parole del direttore generale “sono inaccettabili perché minano quel che resta del già fragile rapporto di fiducia tra medico e paziente”.
Sulle parole del dg “Esprimiamo perplessità e imbarazzo per le dichiarazioni rilasciate alla trasmissione «Far West», andata in onda ieri sera su Raitre, dal direttore generale del policlinico di Foggia”, dicono in una nota congiunta il presidente della Fnomceo, la federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli, e il presidente dell’ordine dei medici di Foggia, Pierluigi De Paolis.
“Si tratta di parole gravissime e offensive – prosegue Anelli – nella sostanza e nelle conseguenze. Nella sostanza, perché il direttore generale, che dovrebbe essere il garante e il responsabile del buon andamento dell’ospedale, ammette di non sapere come siano andate le cose e getta un’ombra di sospetto sul comportamento e sulla professionalità del personale che egli stesso coordina. Nelle conseguenze, perché queste frasi alimentano un clima generale di odio, di sospetto e di condanna nei confronti del personale sanitario, clima che certo non giova alla relazione di cura ed è terreno fertile per violenze fisiche e verbali. Ultimo, ma non per importanza, gettano discredito sulla sanità del sud e sui suoi professionisti”.
Il parlamentare Giandonato Lasalandra, di Fratelli d’Italia, invece, al posto di inviare una commissione su quello che è successo il 4 settembre e fare chiarezza, nel merito, sulle parole di Pasqualone, anticipa che “chiederò l’invio di ispettori a valutare l’operato dell’azienda e del direttore generale e al fine di comprendere le misure messe in atto dalla direzione sanitaria sul tema sicurezza, e non da oggi”. Quindi la commissione sarà sulle aggressioni e non sulla presunta mancata comunicazione per oltre un’ora e venti dell’avvenuto decesso.
“I sanitari meritano rispetto”, ha tuonato nella serata di ieri il Rettore dell’Università degli Studi di Foggia, Lorenzo Lo Muzio, invitando tutti alla calma in un momento di forte caos.
“La tragica morte di una giovane di soli 22 anni, che ha innescato una spirale di violenza ai danni del personale medico e sanitario del Policlinico di Foggia, non deve risultare vana ma- ha aggiunto Lo Muzio- indurre ogni sforzo per creare un clima di dialogo costruttivo, basato sul rispetto e sulla ricerca della verità, senza ledere la dignità e la professionalità di chi opera quotidianamente al servizio della comunità”.
Il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Foggia, Giuseppe Pasqualone, ha poi rilasciato una replica: “Ho rilasciato una lunga intervista al giornalista Tommaso Mattei, inviato della trasmissione di Rai 3 Farwest. Le mie dichiarazioni riportate nella trasmissione andata in onda ieri sono soltanto una parte di una articolata riflessione sull’accaduto e quindi vanno valutate nel contesto complessivo”.
“La maggior parte del servizio – spiega il direttore generale – è costituita dalla ricostruzione della vicenda da parte della sorella della ragazza. Al termine viene anche affrontato il tema della comunicazione tra operatori sanitari, pazienti e familiari, che è una criticità del sistema più volte trattata a livello istituzionale: è a questo passaggio che fanno principalmente riferimento le mie parole diversamente dal contesto rappresentato nella trasmissione di ieri sera”
Michele Cirulli
Si tratta di parole gravissime e offensive – prosegue Anelli – nella sostanza e nelle conseguenze. Nella sostanza, perché il direttore generale, che dovrebbe essere il garante e il responsabile del buon andamento dell’ospedale, ammette di non sapere come siano andate le cose e getta un’ombra di sospetto sul comportamento e sulla professionalità del personale che egli stesso coordina. Nelle conseguenze, perché queste frasi alimentano un clima generale di odio, di sospetto e di condanna nei confronti del personale sanitario, clima che certo non giova alla relazione di cura ed è terreno fertile per violenze fisiche e verbali. Ultimo, ma… Leggi il resto »
Probabilmente il direttore generale sa che dall’autopsia verrà fuori qualche porcata… ha iniziato a prendere le distanze.