martedì, Febbraio 25, 2025
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I “nuovi ricchi di Ecodaunia”, acqua come champagne e la sindachina

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Mentre è atteso per oggi il consiglio comunale su Borgo Tressanti, la frazione di Cerignola rimasta senz’acqua, è l’ex sindaco Franco Metta a comparare i prezzi e accendere i riflettori sul servizio erogato da Ecodaunia, “notoriamente legata da rapporti di parentela con l’assessore Teresa Cicolella” e che avrebbe portato acqua nella borgata venendo pagata “a peso d’oro”. “La fornitura – ha spiegato l’avvocato- è avvenuta a 30 euro a metro cubo”: 22 euro venivano erogati dalla Regione Puglia, mentre altri 8 euro erano erogati dai residenti. Con questi costi esosi, le finanze sono terminate perché- aggiunge Metta- “bisognava beneficiare i nuovi ricchi di Cerignola che stanno facendo il pieno di denaro pubblico”.

“In altre realtà sprovviste di impianto idrico, l’acqua viene invece portata a soli 7 euro a metro cubo, a conferma che si è voluto beneficiare questa azienda al di là di ogni ragionevole prezzo”, dice il candidato sindaco. Per Metta, però, si tratterebbe di una vera e propria emergenza indotta: “Prima dell’Amministrazione Bonito era la Sia srl a portare l’acqua a Tressanti e questo era previsto nel contratto di servizio. Sarebbe bastato mantenere questa impostazione anche con Teknoservice ed il problema era risolto “.

E invece no. L’impostazione ora è diversa e – è questo il ragionamento dell’oppositore- i parenti dell’assessore Cicolella, ossia i titolari di Ecodaunia, avrebbero incassato prezzi stellari. Nel frattempo la situazione a Tressanti si fa ricca di disagi. Anche il pozzo costruito nel centro del borgo, e che rifornisce la scuola, la chiesa e qualche casa di privati, pare essere un’altra operazione fuori controllo, almeno per quanto concerne i prezzi.

I cittadini di Tressanti si dividono: la sindachina Emanuela Tarullo, delegata dal fedelissimo Francesco Bonito, sostiene seppur in solitaria le ragioni dell’amministrazione comunale, anche perché il suo appartamento fortunatamente gode dell’acqua del pozzo appena costruito dal sindaco. Decine di famiglie, invece, restano al palo, con disagi concreti e senza un’ombra di spiegazione da parte del primo cittadino, che invece ha fatto sapere di aver querelato i “facinorosi”.

E il degrado di Tressanti è rappresentato anche da una catapecchia natalizia- di proprietà della Tarullo- che si trova in brutta vista nel centro del borgo senza essere rimossa. Il monumento al degrado che la Tarullo ha tentato anche di vietare di riprendere, dall’alto del suo ruolo di sindachina conferitole dal suo amato sindaco. Circostanza che aggiunge degrado al degrado.

Michele Cirulli


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