Il paradosso (e chiusura) di via Plebiscito che fa arrabbiare tutti

Sin dalla giornata di ieri, nello spiazzale di via Plebiscito sono comparse delle recinzioni che hanno determinato di fatto la chiusura di uno spazio privato generalmente utilizzato a uso pubblico. Fino al 12 marzo, infatti, quello slargo- pur se di proprietà di una ditta privata: Vacef- era utilizzato dai cerignolani come parcheggio.
Tanto che in occasione di eventi pubblici come la Notte Bianca perfino l’Amministrazione indicava quelle aree come adibite a parcheggio pubblico. Solo che, nel tempo, eventuali danni, rischi e soprattutto cause per sinistri sono finite sotto la responsabilità del privato proprietario del suolo, che ieri, appunto, ha deciso di eliminare ogni problema delimitando l’area.
Come primo effetto, però, c’è stata l’inibizione o il forte restringimento del passaggio ai residenti e alle attività commerciali della zona, che ora sono furenti perché si vedono limitare in maniera massiccia l’opportunità di accedere ai negozi della zona. L’area di 2000mq è ormai transennata. Ma quale potrebbe essere la soluzione per far collimare le esigenze del privato, degli esercenti e del pubblico?
“Abbiamo presentato un progetto, tempo fa, per fare in modo che quello slargo potesse essere sistemato e utilizzato dalla città a spese nostre, in cambio di una sorta di spostamento di volumetria dove ora insiste il parcheggio della Conad, sempre di proprietà della Vacef”, dice il titolare Vincenzo Angarano.
“Solo che dal Comune nessuno – prosegue- ci ha detto alcunché e ci ha dato diniego o assenso a questo progetto che, nei fatti, migliorerebbe la viabilità e la vivibilità della zona attraverso opere di urbanizzazione. Fatto sta che non possiamo ancora accollarci le spese e i rischi di eventuali danni sui nostri suoli, che vengono utilizzati da tutti”.
Nel silenzio amministrativo, oggi a pagarne le spese, oltre ai privati, sono anche i negozianti. “Il nostro numero civico, quindi l’ingresso delle nostre attività commerciali, dà proprio sul piazzale, che ora è quasi completamente chiuso. I clienti non potrebbero nemmeno entrare, o quasi, e questo comporta per noi un danno incalcolabile. Oltre a questo, stiamo parlando di una vera e propria bruttura nel centro della città”, riferiscono i commercianti.
Per ovviare a questo problema, Vacef e negozianti hanno trovato un accordo che prevede l’apertura di un piccolo varco almeno per le operazioni di carico e scarico merci.
Servirebbe una visione urbanistica di insieme perché – sebbene si tratti di un’opera privata – una decisione di ampio respiro, favorita dall’ente comunale, potrebbe riqualificare un intero quartiere attraverso rotatorie, opere di urbanizzazione e nuovi parcheggi (che con la pista ciclabile sul Corso sarebbero oro).

…Ma questi sono dementi e siamo punto e a capo
Il diritto di recintare un fondo è sempre valido. Magari è la volta buona che si sistema quella porcheria di fossi, immondizia e paludi fangose (a cui i proprietari dei negozi erano affezionati evidentemente).
Se lo spazio è privato, non vedo quale sia il problema.
Per parcheggiare possono andare alle spalle del cibo veloce di fronte c’è tanto spazio vuoto. Se quel terreno vuoto è comunale, perchè non fanno un area sosta sistemando il terreno?
Non é uno spazio comunale
Scusate fatemi capire
Sta un progetto per abbellire la città perché il comune non lo prende in considerazione? Ma veramente devono creare disguidi a sta maniera