Pista ciclabile ammazza ciclisti, Sorbo: “Approfondiremo”. Romano: “Zona riqualificata”

La pista ciclabile di viale Sant’Antonio non piace ai residenti, alle associazioni, a numerosi cittadini che in massa hanno inviato messaggi di rabbia per esprimere disappunto rispetto a una semplice linea gialla disegnata sul basolato in una strada di suo già strettissima. A prendere le distanze è anche il capogruppo del Partito Democratico Francesco Sorbo. Perché, come emerge dalle sue dichiarazioni, i dubbi sul progetto sono tanti e per questo, rimarca, “controlleremo il capitolato d’appalto per verificare se la procedura è stata eseguita correttamente e se vi sono margini di miglioramento”.
“Ad esempio- spiega il democratico -il tratto iniziale di strada e il tratto nei pressi della chiesa di Sant’Antonio al momento non sono stati risistemati, contrariamente a quanto fatto sul resto del viale. Adesso bisogna capire come intervenire”.
Un altro tema scottante è quello della sicurezza dei ciclisti, perché, a maggior ragione in prossimità degli incroci, la possibilità che le auto invadano la corsia dedicata alle biciclette è quasi certezza: “La questione sicurezza è un dato da tener presente e anche sul punto, insieme all’ufficio tecnico, bisognerà fare i necessari approfondimenti”.
Michele Romano, capogruppo Con, prova a dare un’altra chiave di lettura: “Io direi a tutte le associazioni e alle opposizioni che abbiamo avuto a disposizione un milione di euro per fare la pista ciclabile e questo ci ha dato la possibilità di fare i marciapiedi, l’arredo urbano, le panchine e di sistemare una strada. Senza quelle energie economiche, però, ci avremmo messo 50 anni. Le associazioni e le opposizioni ci dicano cosa avrebbero fatto. È chiaro che quella è una pista ciclabile “di compromesso” che comunque non è illegale ed è a norma”.
Per Romano, quindi, la pista ciclabile, pur con i suoi limiti, ha permesso la riqualificazione di un’area: “O l’uovo o la gallina. Può piacere o non piacere, ma abbiamo realizzato opere strutturali che diversamente non avremmo potuto fare. A Cerignola, per come siamo fatti, non serve un cordolo o una striscia, ma un muretto di due metri”.
Per quanto riguarda l’aspetto della sicurezza: “Il ciclista ha sempre ragione e ha sempre la precedenza. Non possiamo togliere gli incroci. Noi abbiamo sistemato i marciapiedi: cosa avrebbero fatto associazioni e partiti di opposizione?”.
Attraverso una nota incomprensibile per forma e contenuto, l’Amministrazione fa sapere che “il fulcro del progetto, quindi, è la mobilità lenta e non il singolo spezzone di pista ciclabile. Mobilità lenta che si svilupperà attraverso il collegamento con altre aree riservate ai cicloamatori”.
Nessun commento da parte di Sforza (M5S) e Conversano (Bonito sindaco).