Negozi al posto dei parchi: la Regione “boccia” 4 progetti a Cerignola
Una delibera molto chiara, di 13 pagine, che spiega come la Regione Puglia abbia nei fatti “bocciato” le iniziative urbanistiche di Cerignola poiché illegittime e contro le norme: così il Comune non ha potuto far altro che revocare gli atti con i quali si è dato avvio (e in certi casi conclusione) a progetti disseminati in città.
E dove dovevano esserci parchi e servizi per cittadini, ci sono invece finite colate di cemento e attività private a tutti gli effetti. Sono quattro le contestazioni su cui ora la Regione Puglia, dopo la revoca delle delibere imposta dal Comune, dovrà definitivamente pronunciarsi: McDonald’s, una media struttura in via Candela, un parcheggio in via Gentile e un parcheggio in via Salvo D’Acquisto. Proprio in quei luoghi, invece, ci dovrebbero essere, secondo la legge vigente, parchi e zone a totale vantaggio pubblico.
La motivazione
“Gli interventi approvati dal Consiglio Comunale – spiega la Regione- risultano in chiaro contrasto con le destinazioni d’uso previste dalla corrispondenti NTA del PRG”. In parole povere, mentre il Piano Regolatore Generale (lo strumento che stabilisce come e cosa costruire in ogni città) prevedeva aree pubbliche, l’amministrazione Metta sciolta per mafia ha invece optato per colate di cemento ritenute illegittime da Bari. In quei luoghi avrebbero dovuto esserci attività ricreative, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, per servizi, uffici amministrativi, sedi di Enti pubblici.
Ad esempio, si legge nella delibera comunale, le aree su cui oggi insiste il McDonald’s dovrebbero invece essere “destinate a parco e a giardino con attrezzature per la ricreazione ed il tempo libero. E’ ammessa la realizzazione di piccoli edifici o manufatti di carattere provvisorio (quali chioschi, pensiline, graticci, serre) idonei ad assicurare o migliorare la fruizione dei luoghi”. Di certo non lo stabile, che invece poteva trovare ospitalità in altre zone della Città.
Il “no” della Regione
Il 13 febbraio scorso la Regione Puglia ha dato il suo parere: quegli stabili sono bocciati poiché vi è una “conclamata incompatibilità dei progetti urbanistico-edilizi presentati dagli interessati con le destinazioni d’uso consentite dal richiamato art. 21 del-le NTA del PRG nelle zone F1, laddove non è sicuramente ammesso l’insediamento di strutture commerciali o artigianali”.
Quindi, per quanto riguarda le strutture indicate, i tecnici e i legali delle ditte hanno proposto osservazioni, rigettate in quanto “la tesi della compatibilità degli insediamenti commerciali e artigianali con la Zona F1 si scontra innanzitutto, sul piano della coerenza sistematica, con l’art. 19 delle N.T.A., che individua nelle Zone D e l’art. 21.3 per le zone F3 proprio l’insediamento di attività di questo tipo quali le attività commerciali”.
Dunque il Comune, tramite la commissione prefettizia, revoca in autotutela le delibere “bocciate” e invia le carte alla Regione Puglia che ora dovrà esprimersi sull’annullamento definitivo degli atti. Le ditte potranno ricorrere al Tribunale Amministrativo.
L’attacco politico
A sollevare la questione l’ex consigliere comunale Maria Dibisceglia: “La pochezza di un Sindaco, che ha pensato di poter amministrare come se fosse in perenne campagna elettorale, si vede dall’irresponsabilità degli atti della sua Amministrazione. Franco Metta dovrebbe risarcire di tasca propria coloro che subiranno le conseguenze economiche di quegli atti”.
Quegli atti furono votati dalla maggioranza in maniera compatta, trovando l’astensione dell’opposizione: “io e gli altri consiglieri comunali del PD esprimemmo alcune perplessità: in primis, sulla possibilità che, per legge, quelle opere potessero ritenersi d’interesse pubblico e, in seconda battuta che, in caso di incompatibilità urbanistica da parte della Regione, cosa poi effettivamente accaduta, non dovessero essere i cittadinini a pagarne le conseguenze economiche”, conclude Dibisceglia.
Per non parlare dello storpiamento della scuola agraria.
Ok per il verde e i parchi cittadini ma saranno anni che vedo zone libere non cementificate all’interno del paese che restano abbandonate per poi tramutarsi in palazzoni e cemento!! In questo caso si parla di un’attività commerciale, peccato sia una multinazionale e non attività italiana, tra l’altro molto frequentata e nemmeno tanto ingombrante!! Un pò di verde l’hanno anche piantumato!! Che approfittassero ora per destinare il resto a zona verde!!! Ma di cosa parlano questi “politici” ( mi vien da ridere a usare questa termine) “improvvisati”!! Stesso discorso vale per ex palazzo AQP e e Tamma .. perchè non… Leggi il resto »
passando da piazza del cinquecentenario vicino alla scuola don bosco a ridosso della via tredici italiana, e stato costruito un nuovo canile, chi gli a dato l’autorizzazione ma e possibile che anno deliberato anche quello. ma in che Paese si vive bo! chi gli a permesso ciò vicino a una scuola dove i scolari dovrebbero vedere un bel paesaggio anzichè brutture del genere.
marchiodoc vuoi provvedere a denunciare quelle angherie, il Paese te ne sarebbe eternamente grato,
chi semina vento, raccoglie tempesta.