Lagrimaro, oltre 60 imprenditori si incontrano
Sono 129 gli imprenditori coinvolti nell’indagine che riguarda l’inquinamento del Canale Lagrimaro di Cerignola e una parte di questi, circa una sessantina, si sono incontrati giovedì scorso, alle prime ore del pomeriggio, in zona industriale per una riunione dopo essere stati raggiunti da avvisi di garanzia da parte della Procura di Foggia. Secondo i magistrati, infatti, le ditte del posto avrebbero scaricato in maniera non regolare le acque reflue all’interno della fogna bianca, quindi all’interno del canale Lagrimaro che, nato per raccogliere le acque piovane, col tempo è invece diventato ricettacolo di inquinanti.
Il meeting e i legali
Sono stati oltre 60 gli imprenditori che hanno preso parte al meeting, a cui hanno partecipato anche gli avvocati Giampaolo Sechi del foro di Bari, Laura Raffaeli e Giovanni Gallo del foro di Foggia. Oltre alle ditte è stato notificato l’avviso di garanzia anche a tre dirigenti del comune di Cerignola e all’ex sindaco sciolto per mafia Franco Metta.
I carabinieri del NOE hanno accertato “come l’inquinamento del canale Lagrimaro sia imputabile prevalentemente alla grande arteria interrata di comunicazione costituita dalla fogna bianca attraverso la quale sono sistematicamente e indiscriminatamente immessi scarichi industriali al fine di alleviarne i costi di smaltimento”. È questa l’ipotesi di reato contestata ai 129 imprenditori, che si sono incontrati per discutere delle questioni penali e amministrative che discendono dal Canale Lagrimaro.
Le contestazioni
Da un punto di vista tecnico si gioca tutto sulle autorizzazioni allo scarico delle acque reflue, che il Comune non poteva rilasciare poiché a sua volta non autorizzato dal Consorzio di Bonifica di Capitanata, che gestisce il Lagrimaro. È in questo contesto che si inseriscono le annotazioni del NOE ai 129 imprenditori cerignolani, che ora avranno 30 giorni per ripristinare le situazioni all’interno delle aziende. È quasi scontato che i legali avanzeranno una richiesta di proroga dei termini di sei mesi, come previsto dalla legge, per modificare gli impianti.
Tra i titolari delle ditte c’è sorpresa e preoccupazione. Il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri di Bari ha infatti disposto la chiusura con calcestruzzo di tutti i pozzetti di allacciamento alla fogna bianca; la bonifica del canale tramite dragaggio dell’alveo con asportazione e smaltimento dei fanghi (a carico del Consorzio di Bonifica); la mappatura tramite GPS delle tubazioni abusive. La prossima settimana gli imprenditori torneranno a riunirsi, anche per studiare una strategia comune, al netto della varietà di posizioni tra i vari soggetti raggiunti dall’avviso di garanzia. I legali hanno imbastito dei questionari che dovranno essere compilati in modo da fotografare nella maniera più precisa le posizioni degli imprenditori. Non tutti, però, hanno partecipato al meeting in zona industriale. Per questi ultimi si prospetta quindi una difesa in solitaria. Entro venti giorni, chi lo riterrà opportuno, potrà presentare delle memorie difensive.
Michele Cirulli