Black Land, il processo dei ritardi
Black Land, ancora un rinvio nell’udienza dell’8 ottobre e il filone foggiano dell’inchiesta sullo sversamento illegale dei rifiuti sembra essere diventato un’odissea di cavilli che, a distanza di un anno, hanno di fatto rallentato gli esiti del dibattimento a carico di quattro membri dell’organizzazione smantellata con gli arresti avvenuti nell’aprile del 2014.
La prossima udienza si terrà il 17 dicembre: lo slittamento si è verificato a causa della mancata notifica del decreto di citazione a giudizio ai comuni di Ordona, Carapelle ed Apricena.
Nel frattempo, dunque, sia gli enti locali che il Consorzio FG4, che si erano costituiti parte civile nel processo, attendono che venga giudicata positivamente l’istanza per accedere al risarcimento danni. A distanza di un anno, infatti, nessuno dei Comuni ha ottenuto l’ammissione a parte civile. Il che rende ancora più complicato un processo “”“ nel filone foggiano- che non è nato sotto una buona stella.
A febbraio scorso, il giudice monocratico Carlo Protano, su pressing della difesa dei 4 imputati, ha sancito la nullità del decreto di giudizio immediato perchè erano mancati gli interrogatori sulle ipotesi di reato di tipo contravvenzionale (sversamento illecito di rifiuti) mentre, al contrario, erano andati a buon fine solo quelli relativi al delitto di rilevanza penale (associazione a delinquere). Così, fatte proprie le istanze dei legali, al giudice Protano non è rimasto che accogliere le richieste e annullare quanto disposto sino a quel punto, con l’effetto di dover ricominciare l’iter tutto da capo.
Diversamente è andata per quanto riguarda il filone barese dell’inchiesta, terminato con 10 condanne ed una assoluzione. Mentre nel capoluogo ci si avvicinava alla sentenza, al Tribunale di Foggia si insisteva su difetti di notifica che hanno fatto slittare per ben 4 volte l’inizio del processo fino, appunto, a dover riprendere tutto da zero.
Black Land “”“ Foggia riveste una valenza fondamentale perchè è proprio in questa occasione, se si arriverà a condanna prima che intervenga la prescrizione, gli enti pubblici potranno ottenere un congruo risarcimento danni agli imprenditori coinvolti nell’inchiesta giudiziaria. Ed è proprio qui che gli interessi si fanno più concreti, considerando la grossa mole di utili acquisiti dagli indagati per lo sversamento illecito di rifiuti. A concentrare l’attenzione sul processo, che va via via scemando nelle convinzioni della opinione pubblica, ci pensa anche La Relazione del Ministero dell’Interno al Parlamento relativa all’attività svolta dalla Direzione Investigativa Antimafia nel periodo 2° Semestre, che descrive l’attività criminale in Italia, in Puglia e nella provincia di Foggia.
“”Un’ulteriore preoccupante manifestazione della criminalità organizzata sul territorio è rappresentata da traffico illecito di rifiuti: il dato- si legge nella relazione- è confermato da indagini svolte che hanno consentito l’arresto di componenti di un sodalizio criminoso dedito ad attività organizzate per il traffico illecito d rifiuti speciali, peraltro titolari di siti abusivi e di imprese, soci e autotrasportatori””. Oltre a rilevare la presenza di uno dei componenti del sistema campano svelato dal boss dei casalesi Carmine Schiavone, nel report si apprende che “”i rifiuti speciali non trattati venivano smaltiti illecitamente mediante tombamento o, in altre circostanze, venivano inviati, attraverso containers, in Cina””.
La pista cinese, però, non è menzionata nei capi d’accusa che pendono sull’organizzazione Black Land. Piuttosto si tratta di una deduzione degli inquirenti che hanno comparato l’attività foggiana con quella campana o tarantina.