Cerignola e DAD, la nuova dispersione: “Il 10% dei nostri studenti segnalati ai servizi sociali”
Si tratta della nuova dispersione scolastica: i desaparecidos della didattica a distanza, alunni che normalmente stazionano nel limbo della media del 6 ma che con la DAD hanno deciso di abbandonare le lezioni accumulando anche 290 ore di assenza: una diserzione che li scaraventa tra coloro i quali potrebbero perfino perdere l’anno. Tutta colpa del Coronavirus e delle lezioni online che hanno prodotto, almeno a sentire i docenti e i dirigenti scolastici, un gap incolmabile, con i superbravi che rafforzano le competenze; i lavativi ormai abbandonati a se stessi e i meno studiosi che non ci provano più a fare del loro meglio per galleggiare sulla media della “salvezza”, quella del 6, appunto. È questo quanto spiega a La Gazzetta del Mezzogiorno il dirigente scolastico della scuola media Padre Pio di Cerignola, Lucia Lenoci.
“Negli ultimi anni segnalavamo ai servizi sociali 5 o 6 casi all’anno di ragazzi che frequentavano poco o niente le lezioni. Adesso sono aumentati, parliamo circa del 10% degli iscritti alla nostra scuola: le segnalazioni sono state oltre 60 su un totale di 600 alunni. Sono numeri importanti che devono far riflettere”.
“Si tratta dei nuovi dispersi digitali, che magari non hanno famiglie in grado di seguirli. Non si parla di ragazzi senza voglia di studiare, ma di studenti che gravitano nella cosiddetta fascia media, quella della media del 6, magari ragazzi con qualche insufficienza, che hanno necessità di essere seguiti e stimolati dalla scuola, ma che con la didattica a distanza abbandonano ogni possibilità di migliorarsi”, dice Lenoci.
Il caso della scuola Padre Pio non sarebbe però isolato, perché il gap si starebbe allargando in ogni istituto. Chi ha bisogno di essere seguito, sollecitato, pungolato o allontanato dalla pigrizia, finisce generalmente per mollare la presa. Magari utilizzando gli escamotage che la tecnologia offre: “Spengono le webcam, accampano problemi di connessione inesistenti, saltano le lezioni e scompaiono. Questo fenomeno interessa soprattutto le classe prime, che abbiamo visto in presenza solo per un mese dall’inizio dell’anno, ma in seconda e in terza la situazione non è più rosea”, osserva Lucia Lenoci.
“Poi c’è chi esercita una sorta opzione sulle discipline: chi salta l’ora di italiano per connettersi in quella di arte, ad esempio, con motivazioni diverse. Manca quel contatto tra studenti e tra studenti e docenti, che fa la differenza. In molti casi oggi non riusciamo proprio a valutare i nostri ragazzi. I servizi sociali si sono attivati, hanno telefonato ai familiari per chiedere conto di questa nuova dispersione, ma la difficoltà del momento resta intatta”, commenta il dirigente scolastico. Dall’1 al 10% di segnalazioni ai servizi sociali nel giro di un anno è il dato che più sorprende e che, purtroppo, non interessa solamente la scuola Padre Pio. Il ritorno a maggio tra i banchi – contagio in Puglia permettendo- è solo un piccolo passo verso una normalità che, almeno quest’anno, sembra irrimediabilmente compromessa.
Michele Cirulli