Canale Lagrimaro, la situazione peggiora (in attesa del depuratore)
Sembra perfino essere peggiorata la situazione del Canale Lagrimaro, il torrente ubicato in zona industriale nato per raccogliere le acque piovane e finito per essere ricettacolo di inquinanti. Ad oggi la coltre di liquami che ricopre il corso d’acqua è ancora più fitta e densa, mentre gli odori nauseabondi si alzano per tutta l’area industriale già alle prime ore del mattino. Allo stesso tempo, buona parte dei 129 indagati hanno ricevuto proprio nei giorni scorsi le notifiche per la proroga dei tempi necessari agli adeguamenti da apportare agli impianti dopo che la Procura di Foggia, su segnalazione del NOE di Bari, aveva messo sotto indagine gli imprenditori per lo sversamento illecito di rifiuti nel canale. Quell’attività di sversamento, secondo la Procura, avrebbe quindi determinato il collasso, da un punto di vista ambientale, del Lagrimaro. Secondo analisi effettuate su campioni di acqua, difatti, è stato possibile accertare un gran numero di inquinanti, con ogni probabilità scarti di lavorazione delle vicine aziende cerignolane.
“Tutti gli accertamenti effettuati – si legge nel provvedimento della Procura – hanno confermato come l’inquinamento del canale Lagrimaro sia imputabile prevalentemente alla grande “arteria” interna di comunicazione costituita dalla fogna bianca comunale attraverso cui sono indiscriminatamente e sistematicamente immessi scarichi industriali di ogni tipo al fine di alleviarne i costi di smaltimento”. Al Consorzio di Bonifica, che invece è responsabile solo per il deflusso delle acque, era stata intimata la mappatura, tramite GPS, “di tutte le singole tubazioni abusivamente sfocianti nel canale”.
Il punto cruciale dell’inchiesta, però, riguarda le autorizzazioni: “In considerazione che la rete fognaria bianca è di proprietà e gestita dai comuni e, nel caso specifico, dal Comune di Cerignola, agli atti del Consorzio di Bonifica di Capitanata risulta che il Comune di Cerignola (…) non è autorizzato allo scarico nel canale Lagrimaro in considerazione del fatto che il Consorzio di Bonifica di Capitanata non ha rilasciato alcuna autorizzazione né tanto meno sono state richieste per lo scarico nel canale Lagrimaro”. Per tale ragione nell’inchiesta Lagrimaro sono finite in totale 133 persone, tra imprenditori, politici e dirigenti comunali.
Ma per il Lagrimaro potrebbe esserci una svolta significativa rappresentata dai fondi del Recovery Fund, visto che la Commissione Prefettizia, in carica dopo lo scioglimento per mafia del Comune di Cerignola, ha inviato alla Provincia di Foggia un progetto per la bonifica del canale nato negli 50 e poi diventato una vera e propria bomba ecologica. L’obiettivo, messo nero su bianco, riguarda la “Realizzazione di un impianto di depurazione delle acque di prima pioggia nella zona industriale” per un complessivo importo di 5 milioni di euro. Il percorso depurativo (di chiarificazione, decantazione e disoleazione) “è volto ad affrancare il Canale Lagrimaro da episodi di stress patologico (burn-out) e favorire l’atterraggio in zona P.A.P. di nuove attività industriali di trasformazione agricola (percorso di transizione verde e miglioramento della qualità dell’aria)”.
Michele Cirulli
La Gazzetta del Mezzogiorno
Il depuratore va messo nella testa di chi ha inquinato.
E non venitemi a raccontare che nessuno sa niente e ha mai visto niente.