“Mia figlia picchiata per aver difeso un suo amico accusato di essere gay”
Schiaffi, calci e pugni solamente per aver difeso un suo amico, accusato di essere omosessuale e per questo preso in giro da due coetanei quattordicenni: è successo ieri sera a Cerignola, intorno alle 22:00, nei pressi della villa comunale. Il racconto della madre della vittima, Samantha Cascella, esprime amarezza e sconcerto per una vicenda che ha lasciato a bocca aperta la città e i numerosi presenti in centro, che prontamente sono intervenuti non appena è iniziato il pestaggio.
La dinamica. La ragazzina aggredita si trovava in compagnia di una sua amica e di un suo amico, entrambi compagni di classe, nei pressi del Centro Informa, immediatamente vicino alla villa comunale e a pochi passi dal comando dei vigili urbani. A quel punto il ragazzo viene preso di mira da un’altra ragazza e un suo amico. Volano paroloni, perché i due bulli ritengono che la loro vittima sia un omosessuale: insulti, prese in giro, fino a quando intervengono le due amiche a difenderlo. A quel punto la situazione degenera, la bulla inizia a colpire con schiaffi, calci e pugni la sua coetanea: “Ti faccio passare i guai”, avrebbe detto. L’amichetta è pronta ad allertare le forze dell’ordine, arrivano i carabinieri e il 118. Lividi e tanta paura, ma soprattutto l’orrore di un’aggressione maturata in maniera insensata ad opera di appena quattordicenni.
Le parole della mamma. “Non è il paese ad essere sbagliato, ma è l’ignoranza. Questa frustrazione da parte di ragazzini, che non trovano di meglio da fare che accanirsi con violenza sui loro coetanei, non ha spiegazione. Mia figlia ha avuto un attacco di panico, è terrorizzata. Sono solo sconcertata perché è brutto sapere che fai uscire una figlia – cosa preoccupante di suo – e può trovarsi in situazione del genere. Per fortuna la sua amica è stata pronta a chiamare i carabinieri . Basta pensare a quanto successo a Donato Monopoli, che per difendere un amico è stato ucciso. Noi abbiamo educato i nostri figli in maniera sana, abbiamo insegnato a difendere il prossimo soprattutto a difendere gli amici. Ma questo è troppo. Mia figlia non ne vuole parlare, oggi non è ancora uscita, è scossa, adesso ha anche paura di tornare dove andava”, racconta Samantha.
È per questi motivi che il ddl Zan deve essere approvato al più presto anche per chi è minorenne con pene severe…
Massimo rispetto e solidarietà per la ragazza picchiata. Vorremmo tutti una amica come te! C’è tanto bisogno di questi valori oggi.