Amministratori sotto tiro: Puglia seconda per minacce e intimidazioni
La decima edizione del rapporto mostra che gli atti intimidatori, di minaccia e violenza contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali e dipendenti della Pa sono calati del 17%: la tendenza interessa tutte le aree tranne il Nordest, che passa dai 59 atti censiti nel 2019 ai 68 del 2020. Per il quarto anno consecutivo il maggior numero di casi è in Campania. A seguire Puglia e Sicilia. I social network, già il terzo mezzo più utilizzato per minacciare nel 2019, ora sono al primo posto.
La provincia di Foggia è la prima dei piccoli capoluogo di provincia a ridosso delle grandi città.
Come si intimidisce?
Anche sul fronte della tipologia di intimidazioni subite da amministratori locali e personale della Pubblica Amministrazione si fa sentire l’impatto della pandemia. I
social network, già il terzo mezzo più utilizzato per minacciare nel 2019, nell’anno passato hanno scalato questa spiacevole graduatoria, issandosi al primo posto (19% del totale dei casi censiti). Le polemiche legate alle restrizioni adottate per contenere la diffusione del Covid19 sono spesso evolute in manifestazioni di dissenso sfociate in insulti, offese, delegittimazioni dell’operato degli amministratori locali, quando non di diffamazioni.
Le aggressioni e gli incendi (18% di casi per ciascuna tipologia), si mantengono in percentuale stabili rispetto al 2019. Seguono minacce verbali e telefonate minatorie (12%), lettere, biglietti e messaggi intimidatori (10%), danneggiamenti (9%), scritte offensive e minacciose (7%), utilizzo di ordigni ed esplosivi (4%), invio di proiettili (2%), spari contro abitazioni ed automobili (1%).
Oltre un caso su tre non ha matrice criminale. Da alcuni anni il Rapporto si sofferma anche su quelle intimidazioni che giungono agli amministratori locali e al personale della Pubblica Amministrazione da parte di comuni cittadini. Episodi e situazioni che pesano notevolmente sul numero complessivo delle intimidazioni: nel 2020 sono stati 168, il 36% del totale (erano il 29% nel 2019).