É scontro tra Dibisceglia e Pezzano sui servizi sociali

Botte da orbi tra la vicesindaca, Maria Dibisceglia, e l’ex vicesindaco, Rino Pezzano, ambedue assessori ai servizi sociali: nella giunta di Francesco Bonito la prima, in quella di Franco Metta il secondo. Oggetto della rissa verbale la condizione di un clochard che ha scelto come dimora le panchine del centro di Cerignola. Pezzano ha chiesto “che il Pis (pronto intervento sociale) faccia qualcosa. Dibisceglia ha replicato dicendo che è “populismo il suo”. Giù fino ad una serie di virulenti accuse.

La questione sembrerebbe di semplice polemica se non fosse che proprio il settore dell’assistenza è tra quelli a più alto impatto mediatico tra la popolazione, insieme al problema dei rifiuti. Infatti, nella contesa in molti hanno preso parte alla discussione, sostenendo le tesi dell’una e dell’altro, offrendo soluzioni banali come la richiesta di un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). Sulle spalle dell’uomo, probabilmente cerignolano e secondo alcuni con tanto di famiglia alle spalle, oltre ad avere già un tutore che la vicesindaca dice di aver già “segnalato”, si è aperta una querelle che affonda i presupposti sui rapporti incancreniti tra la nuova amministrazione e la precedente. Non solo, l’accusa colorita di Dibisceglia fa dedurre che non si possono fare sconti a chi ha “condiviso”, dice il sindaco Bonito, l’amministrazione “sciolta per infiltrazioni mafiose”.

Inoltre, l’accaduto evidenzia come Pezzano, forte anche del sui incarico quale assessore provinciale, voglia assumere la leadership dell’opposizione. Mentre, la forzatura verbale della vicesindaca dimostra come la stessa stia costruendo quel ruolo di front woman del centrosinistra che le possa dare quella popolarità e quel carattere per proporsi come una donna che ha tutte le caratteristiche per guidare nel prossimo futuro la coalizione. Solo questioni politiche che nulla hanno di pietas e capacità amministrativa, visto che l’uomo oggetto del contendere è noto a chiunque e sarebbe davvero singolare se i servizi sociali non se ne fossero occupati. Guantoni incrociati per testare le proprie forze in vista, probabilmente, di match politici futuri, quando l’oggetto non sarà un povero cristo, ma la guida del Comune.

Natale Labia