Così parlò Dio a Cerignola: “Così prendo in giro il potere”
«Perché ho scelto un profilo social col nome Dio? Il profilo esiste ormai da dieci anni ed è nato su Twitter. La mia intenzione non è prendere di mira le figure dei santi ma il potere, perché è questo il vero obiettivo della satira». Così Alessandro Paolucci risponde alle accuse di blasfemia che hanno accompagnato il suo arrivo a Cerignola per la presentazione del suo libro “Storia stupefacente della filosofia” presso la libreria BiBlyos di Cerignola la sera del 19 novembre. Polemiche che, racconta, lo hanno sorpreso: «Sto girando l’Italia per presentare il mio libro ed è la prima volta che mi accade una cosa del genere», dice divertito. Fare satira religiosa oggi è difficile? «Dieci anni fa aveva un altro senso. Come ha spiegato Corrado Guzzanti, fare satira religiosa online è quasi inutile, perché è come praticare uno sport collettivo: diventa un rumore di fondo che non è più quell’attacco diretto al potere che arriva da un comico che va in tv e dice cose scandalose per il potere».
Il libro di Paolucci, uscito lo scorso febbraio, narra del rapporto tra i pensatori e l’uso e l’abuso di droghe. Freud, Nietzsche, Platone, Jünger, Sartre hanno sperimentato cocaina, oppio, LSD e altro per i motivi più disparati: come mezzo di ricerca della verità e della conoscenza ma anche come panacea per i mali propri ed altrui. Perché scrivere un libro del genere? «Si tende ad identificare il personaggio col proprio pensiero, ma non è affatto così. Per esempio, Nietzsche viene dipinto come un uomo forte, come una specie di maschio alfa. In realtà, lui era un nerd con seri problemi relazionali con tutti e con le donne in particolare. Ciò che volevo fare è rendere omaggio ai filosofi mettendo in evidenza le loro debolezze, le loro manie. In una parola: la loro umanità».
Il libro avrà un seguito e sarà incentrato sul rapporto tra scienziati e stupefacenti, ma prima ce ne sarà altro: «Entro la fine dell’anno, verrà pubblicato il libro sui dieci anni di attività del profilo Dio», annuncia Paolucci. Insomma, la blasfemia continua…