Giunta, le sliding doors dove tutto può accadere
Non è stato un atto di imperio del sindaco Francesco Bonito che, come è nelle sue prerogative, avrebbe potuto togliere le deleghe all’assessora del Movimento 5stelle, Olga Speranza, ma è stata la stessa titolare delle pari opportunità e delle relazioni istituzionali a rassegnare le dimissioni dalla giunta di Cerignola. Un accordo tutto interno ai pentastellati che hanno sostituito Speranza con Mimmo Dagnelli, grillino anch’egli e attivista di Cittadinanzattiva, mentre conferma la sua presenza in consiglio Vincenzo Sforza.
Il turn over mette così fine al record di Bonito, primo sindaco a non aver cambiato assessori per oltre un anno e mezzo da trent’anni a questa parte, dal primo mandato di Salvatore Tatarella, il quale negli anni della sua sindacatura, dal 5 dicembre 1993 al 1997, non sostituì nemmeno un assessore, ma all’epoca l’amministrazione era retta da un monocolore missino e non da coalizione.
Paiono invece congelate o probabilmente superate le incomprensioni tra il Pd e la sua presidente del consiglio comunale, Sabina Di Tommaso. Anche perchè i dem, con il nuovo segretario, Daniele Dalessandro, puntano a consolidare il ruolo di leadership nella coalizione e soprattutto ad ampliare il consenso in città dove già oggi è il partito maggiore. Ancor più di quanto non lo sia stato alle comunali del 2021 visto che attualmente può contare sugli ingressi degli ex di Articolo 1. Un ritorno che porta così a nove i consiglieri comunali ascrivibili ai democratici che diventano dieci se a questi si aggiunge il sindaco.
Un plotone importante che esprime oltre alla vicesindaca Maria Dibsceglia e all’assessora Teresa Cicolella, anche altri assessori indicati al tempo del varo dell’esecutivo nell’autunno del 2021 in quota al sindaco e proprio ai consiglieri degli ex Liberi e Uguali. Mentre, tra i sussurri all’interno della maggioranza circola l’ipotesi che l’assessore all’ufficio tecnico e all’ambiente Mario Liscio possa lasciare il posto a un altro esponente sempre di area “civica”. Un’ipotesi che, se confermata, aprirebbe un valzer di deleghe tutto da realizzare e, come spesso accade quando si avviano le “sliding doors” in politica a quel punto ogni cosa può accadere.
Natale Labia