Verso le dimissioni dell’assessore Liscio: ecco chi potrebbe sostituirlo
Anche l’assessore Mario Liscio sceglie il metodo delle dimissioni. Dopo la rinuncia della pentastellata Olga Speranza, sarebbe sulla scrivania del sindaco di Cerignola, Francesco Bonito, il gran rifiuto del superdelegato civico ai lavori pubblici e all’ambiente. Incaricato di seguire i dossier più importanti all’inizio del mandato, il legale, fratello del presidente di Arca Capitanata (la società pubblica regionale che gestisce l’edilizia popolare in provincia di Foggia) Pippo Liscio, potrebbe rimettere il mandato.
Al suo posto, grazie al lavoro politico del consigliere eletto in Con (la civica del presidente della Regione, Michele Emiliano), Francesco Mansi, giungerebbe Rosario Spione, uno dei più acerrimi rivali di Franco Metta in campagna elettorale, colui che ha incrociato i guantoni via social con l’ex sindaco a suon di post quotidiani.
Spione non è un nome nuovo. Infatti, egli ha guidato un assessorato ai tempi del centrodestra di Antonio Giannatempo, in forza al plotone di consiglieri centristi, tra cui figurava lo stesso Mansi; passato armi e bagagli e consensi al centrosinistra nel corso della campagna elettorale del 2021 grazie soprattutto alla vicinanza con la vicesindaco, Maria Dibisceglia, dovrebbe tornare a Palazzo di città.
Ed è questa l’interpretazione più accreditata che circola nei dintorni della politica cerignolana. Con la nomina di Spione, infatti, l’assessora al welfare diventerebbe la donna forte dell’amministrazione comunale. Direttamente e per interposta persona, Dibisceglia si accinge a guidare e controllare i settori strategici dell’Istituzione locale, quelli che hanno più diretto contatto sia con gli imprenditori, in particolare il potente settore edile, che con le persone, attraverso i servizi sociali.
Tuttavia, Spione non è ascrivibile al Pd di cui Dibisceglia è esponente di punta, ma tant’è, i rapporti personali hanno valore anche su quelli politici. Resta invece congelata o probabilmente rimossa la querelle tra un pezzo del Pd e la presidente del consiglio, Sabina Di Tommaso, che resta in sella allo scranno più alto dell’aula Di Vittorio. Se la “quadra”, come avrebbe detto l’esperto Franco De Monte, dovesse incastrarsi il neosegretario dem, Daniele Dalessandro, non ha più motivi di preoccuparsi, in quanto il Pd con il ritorno degli ex scissionisti di Articolo 1 controlla buona parte dell’amministrazione, visto che anche Rossella Bruno, titolare della cultura, e Pietro Gianfriddo, assessore al bilancio, indicati proprio dai dalemiani di Cerignola, prenderebbero posto al tavolo del partito via Mameli.
Restano autonomi l’assessore alle attività produttive, Sergio Cialdella, e il grillino Mimmo Dagnelli, nominato al posto di Speranza. Così come, irrobustito è il gruppo consiliare dei dem che può ora contare su ben nove consiglieri, più il sindaco, su 24, che ne fanno il perno del governo cittadino e da cui si attendono risultati.
Natale Labia – L’Edicola del Sud