giovedì, Novembre 28, 2024
Cronaca

Per la Deputazione ormai spaccata si va verso la fine di un’era (con non pochi guai)


È previsto per questa sera un ulteriore incontro in Deputazione per giungere alla scelta finale del cantante che dovrà esibirsi in Piazza Duomo il 9 settembre, nel terzo giorno di festa patronale dedicata alla Madonna di Ripalta. Contrariamente al passato, però, questa non sarà una riunione come le altre ma probabilmente sarà l’ultima di un’era. I dissidi e le opacità denunciate dall’ex presidente Angiolo Pedone, durato in carica solo qualche mese prima di abbandonare polemicamente l’incarico, hanno aperto uno squarcio nel mondo della Deputazione e della Curia. Al vescovo mons. Fabio Ciollaro, per il tramite del suo segretario, sono arrivate le doglianze di Pedone e dell’altro dimissionario, il tesoriere Francesco Genovese.

I due successivamente avrebbero personalmente incontrato il vescovo, il quale avrebbe garantito un radicale rinnovamento subito dopo il ritorno dell’effige della Madonna di Ripalta nel santuario di campagna. Ora, infatti, la priorità sarebbe legata all’organizzazione della tre giorni di celebrazione della patrona, per la quale i contatti sono serrati e frenetici soprattutto nelle ultime ore. Per questo il come “commissario” e come figura super partes è stato scelto don Pio Cialdella, parroco del Duomo, unanimamente riconosciuto come figura di garanzia e profondamente affidabile. Sarà lui a traghettare la Deputazione verso una nuova fase, verso quel “rinnovamento” che il vescovo avrebbe promesso per uscire dalle sabbie mobili in cui oggi sarebbe finita la Deputazione dopo l’esperienza di Gerardo Leone e le conseguenti dimissioni lampo di Pedone.

Le questioni legate alla gestione della Deputazione sembrano infatti spinose e le denunce pubbliche dei dimissionari Pedone e Genovese sul modus operandi del vecchio establishment potrebbero scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora. Anche perché – è questo il contenuto di interviste precedentemente rilasciate e mai smentite- sarebbero stati negati correttivi sulla tracciabilità dei flussi finanziari.

Al quotidiano L’Attacco, Pedone spiegò: “Mi sono trovato di fronte a un modus operandi non in sintonia con il mio. E’ diverso da quello che volevo impostare io, perché voglio che le cose vengano fatte in maniera chiara: proposte e idee deliberate e movimentazione di denaro fatte con tracciabilità nel rispetto delle norme fiscali”.

Si dovrà dunque aspettare ad ottobre, stando ai rumors, per capire quali siano le indicazioni di mons. Fabio Ciollaro, che fino ad oggi si è mosso con estremo equilibrio e massima discrezione. La possibilità che si chiuda definitivamente col passato non è da escludere, anche perché – ed è un altro dato- i dimissionari avevano già fatto sapere di essere pronti ad un confronto pubblico con la vecchia guardia della Deputazione per chiarire, in maniera completa, tutte le potenziali zone d’ombra della gestione passata. In ogni caso, proprio come vuole un classico adagio ormai entrato nel dna cerignolano, “dopo la Madonna, si pensa”.


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iacc
1 anno fa

don pio cialdella, ci sarebbe da scrivere un libro…….munnezz’

Cato
1 anno fa
Reply to  iacc

Spero con tutto il cuore che ti denuncino perché basta con questi leoni da tastiera che fanno i gradassi solo dietro l’anonimato

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