Omicidio Giovanna Frino, il marito rinviato a giudizio
Si è conclusa qualche minuto fa, davanti al GUP di Foggia Eronia, l’udienza preliminare per l’assassinio di Giovanna Frino, la cerignolana barbaramente ammazzata nel dicembre scorso, in quel di Apricena, a 44 anni- secondo l’accusa- proprio da suo marito, Angelo Di Lella, guardia giurata. L’uomo, accusato di omicidio volontario aggravato, anche dopo l’arresto però non ha mai confessato. A qualche ora dal fermo, infatti, apparve in stato confusionale ripetendo agli inquirenti: “Andate a vedere come sta mia moglie”. Secondo gli inquirenti il movente del femminicidio sarebbe da ricercare nei comportamenti di gelosia tenuti da Di Lella. In seguito ad un litigio, il 56enne avrebbe estratto una calibro 9 e avrebbe premuto per tre volte il grilletto, ferendo mortalmente sua moglie mentre in casa era presente una delle figlie, di 17 anni, che quel giorno non era andata a scuola. Mentre la difesa chiedeva il non luogo a procedere, il giudice ha rinviato a giudizio il presunto assassino.
La difesa dell’imputato, assistito dall’avvocato Gabriele Antonio, nell’udienza di questa mattina ha chiesto una perizia psichiatrica e il rito abbreviato, circostanza -quest’ultima- rigettata in quanto il capo d’accusa prevede l’ergastolo e per fattispecie simili si può procedere esclusivamente con il rito ordinario. Diverse le parti civili costituitesi a processo: dai fratelli alla sorella ai genitori di Giovanna Frino, rappresentati dall’avvocato Marro, alle figlie della vittima rappresentate dall’avvocato Ermenegildo Russo. Come parti civili figurano anche due associazioni di tutela della figura della donna: Impegno Donna e Filo d’Arianna.
“Inizia quindi ora il processo a carico di un soggetto che si è reso responsabile di un grave reato, non solo verso la moglie, ma anche verso la figlia, che era presente al momento del fatto. È un primo passo verso la giustizia che la famiglia invoca”, commenta l’avvocato Marro che difende la famiglia Frino.
Michele Cirulli