Morte Donato Monopoli, chiesta riduzione di pena per gli aggressori: “Non fu omicidio volontario”
Da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale: ossia Michele Verderosa e Francesco Pio Stallone non aggredirono Donato Monopoli con il fine di ucciderlo ma quella dell’ottobre 2018 presso la discoteca Le Stelle di Foggia fu una semplice rissa tra cerignolani e foggiani che, dopo otto mesi di agonia, costò la vita al 26enne al Monopoli. È questa la ricostruzione della Procura che ha chiesto di derubricare il capo d’accusa ai danni dei due responsabili dell’aggressione fatale con una relativa diminuzione di pena a 10 e 7 anni di reclusione.
In primo grado, come si ricorderà, Stallone e Verderosa sono stati condannati rispettivamente a 15 anni e 6 mesi e a 11 anni e 4 mesi potendo tra l’altro contare sullo sconto di pena pari a un terzo della pena per aver scelto la strada del rito abbreviato.
Adesso quindi la nuova ricostruzione della Procura potrebbe ulteriormente alleggerire le pene dei due uomini ritenuti responsabili della morte di Monopoli, che secondo quanto emerso in primo grado avevano agitato per futili motivi generando un violento pestaggio. Le parti civili hanno chiesto la riconferma della pena di primo grado, mentre la difesa ha chiesto l’assoluzione perché non ci sarebbe nesso tra il pestaggio e la morte del giovane cerignolano. La sentenza è prevista per il 20 marzo 2024.
Ieri, a Telenorba, Giuseppe Monopoli ha ricordato che “i due responsabili sono ancora a piede libero, hanno fatto soltanto 6 mesi di arresti domiciliari. Loro (Verderosa e Stallone, ndr) hanno già ricevuto tutti i benefici possibili, quest’altra eventualità speriamo di no”.