“Compagno di merende” è diffamazione, in corso decadimento delle Istituzioni
di Michele Allamprese, avvocato
Gentile Michele Cirulli, mi permetto da cittadino e già Consigliere comunale, di rivolgerLe la mia solidarietà per la missiva indirizzata dal Sindaco a cinque consiglieri comunali di maggioranza, che la chiama in causa definendola “compagno di merenda” di “qualcuno” dei predetti.
Tralasciando i principi sanciti dalla nostra Carta costituzionale, e quindi la libertà di stampa di cui all’art. 21, e la gravità politica dell’accaduto, sulla quale è giusto che commenti chi fa politica attiva, mi permetto però di evidenziarLe come, secondo la Corte di Cassazione, Lei (e il consigliere colpevole) è stato oggetto di diffamazione da parte del primo cittadino.
Il Sindaco definisce Lei, e qualcuno dei destinatari della missiva, “compagno di merenda”, arrivando a definire, con un giro di parole nemmeno tanto velato, i cinque indegni del suo saluto, accusandoli di non aver recepito in questi anni il suo esempio di disinteressato servitore della comunità.
In altre parole, secondo il Sindaco, i cinque consiglieri (o il “qualcuno”) in concorso con Lei, hanno adottato un comportamento finalizzato a perseguire interessi personali in luogo di quelli pubblici, violando così i doveri del mandato elettivo e commettendo un reato.
L’origine della locuzione “compagni di merenda” è rinvenibile nel processo celebrato a Firenze per i delitti del famigerato “mostro” e fu coniata in seguito alle dichiarazioni rese dal teste Mario Vanni, il quale definì con la suddetta formula il gruppetto capeggiato dall’imputato Pacciani e dedito ad attività losche e moralmente deprecabili. In seguito alle vicende processuali, la stampa e il gergo comune ha adottato la locuzione per intendere un sodalizio di persone, tra loro complici nella stessa misura, dedite a tramare segretamente qualcosa di poco lecito alle spalle di qualcuno.
Poiché la frase è diventata di uso comune, la stessa è stata esaminata nella sua eventuale portata diffamatoria diverse volte dalla giurisprudenza di legittimità. Secondo la Corte di Cassazione, Sentenza Penale n. 31442/2007, “Stante le notorie vicende relative al cosiddetto “mostro di Firenze”, non può contestarsi che l’espressione “compagni di merenda” abbia una valenza estremamente dispregiativa, come riferita a personaggi squallidi e dediti ad azioni turpi”.
Va detto che, sempre secondo la Suprema Corte (ci cui il Sindaco è stato presidente di Sezione per anni) “e’ noto che la critica politica può essere anche aspra e pungente, ma essa non può mai trasmodare nel dileggio, nell’attacco denigratorio e virulento “ad personam” ed ancor meno tradursi in accuse calunniose, come rettamente rimarca la corte distrettuale. (Cass. pen. 41551/2009) con relativa inapplicabilità della scriminante della critica politica.
Il Sindaco, quindi, Le attribuisce, unitamente a uno o più dei consiglieri comunali destinatari della missiva, trame illecite, che si connotano per la violazione del dovere di perseguire fini privati attraverso le cariche pubbliche, di fatto ledendo il Suo onore e la Sua reputazione (e quelli dei cinque), con relative conseguenze penali e civili.
La questione finirà in Tribunale o si riuscirà a far prevalere il buon senso?
Il Sindaco chiederà scusa per l’avventata (soprattutto per un fine giurista come lui) epiteto o insisterà nella sua posizione, forte, evidentemente, di elementi che noi cittadini ignoriamo. E in tale ultimo caso, non sarebbe opportuno rendere edotta la città o non sarebbe compito dell’opposizione consiliare portare la questione in consiglio? E, infine, un ufficiale di polizia giudiziaria o il procuratore capo, o un appartenente all’Ufficio, non ritengono opportuno convocare il Sindaco per rendergli conto della dichiarazione resa?
Vedremo. Intanto il decadimento delle istituzioni pare irreversibile.
Ma ha fatto il consigliere comunale? Non se lo ricorda nessuno, nulla, come l’amministrazione di cui ha fatto parte. L’unico ricordo che ho di quella amministrazione riguarda il caso Gema di cui i cittadini cerignolani ne hanno pagato le conseguenze.
Eppure è così bono dalla foto…mmm