“I rifiuti puzzano a cane morto”: così Arminio&Co li seppellivano (anche) a Cerignola | VIDEO
“Al fine di conseguire ingiusti profitti, Arminio allacciava rapporti con le ditte campane fornitrici di rifiuti ed utilizzava il sito di Bisaccia come centro di stoccaggio di rifiuti indifferenziati che venivano poi sversati nella cava dei Ordona e nei terreni agricoli della Capitanata e della Provincia di BAT” come Cerignola, Stornara, Candela, Trani. Sono queste le parole che il giudice Giuseppe Ronzino scriveva a carico di Erminio Arminio nella sentenza di primo grado che è costata tre anni di pena all’imprenditore campano che oggi vorrebbe costruire il nuovo stadio di Cerignola con la Gaesi srl.
In sostanza, nella ditta Biocompost- come emerso dal processo- i rifiuti non venivano trattati per essere trasformati in compost (ossia concime) ma venivano solamente parcheggiati per giorni per poi essere sversati illegalmente a Ordona, Cerignola e nel sottosuolo della provincia di Foggia. Un traffico milionario che ha portato 270mila tonnellate di rifiuti nel Basso Tavoliere. Nelle intercettazioni Erminio Arminio, che raccoglieva rifiuti dalle aziende campane per poi affidarli ai trasportatori che procedevano materialmente al tombamento, si diceva oberato di lavoro. Tanto da proporre una pausa ad un “socio” (Gerio Ciaffa di Ordona). Troppi rifiuti da smaltire illegalmente nella sua ditta di Bisaccia. “Quel materiale della ILSIDE”, ossia i rifiuti da interrare, “puzza a cane morto”, soprattutto “adesso con il caldo che fa”. Quindi si rendeva necessario liberare gli spazi nell’azienda – la Biocompost Irpino- altrimenti “se viene qualcuno e trova tutta quella roba a terra, facciamo solo casino”.
Il giudice Ronzino annota come i rapporti tra Ciaffa e Arminio fossero talmente stretti da confermare l’ipotesi di una organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti, che si basava sul mancato trattamento dei rifiuti stessi, che poi venivano sepolti sotto le terre di Ordona, Cerignola, Stornara, Candela, Trani. Per questo la pena comminata è stata di 3 anni, più interdizione dai pubblici uffici per i 5 anni.
Con Delibera del 22 novembre 2023, Erminio Arminio, nel frattempo amministratore unico di una nuova ditta, la GAESI srl, viene individuato dal sindaco Bonito e dalla sua giunta come interlocutore per un progetto di finanza che mira non solo alla costruzione dello stadio, ma all’installazione di un impianto 5G videosorveglianza su tutto il territorio comunale. L’Amministrazione, incalzata sul punto nell’ultimo consiglio comunale, si è difesa dicendo che, apprese le circostanze penali che coinvolgono Arminio, con lui non avrà alcun rapporto. Quando le opposizioni hanno quindi chiesto una conferma scritta, eliminando il nome della Gaesi dalla compagine imprenditoriale che ha presentato il progetto di Finanza, sindaco e giunta hanno tirato dritto. Anzi, hanno annunciato che, proprio sulla base del progetto presentato da Erminio Arminio, ieri- 19 febbraio 2024- sarebbero stati ricevuti a Roma, destinazione Credito Sportivo.
Michele Cirulli
Come si può pretendere giustizia se persone che dovrebbero amministrare la giustizia o occuparsi del giusto funzionamento poi si prestano e dedicano all’illecito .
I nostri amministratori passati e presenti dovrebbero sapere che l’aria che respiriamo è la stessa per tutti .
Tutti rischiamo di ammalarci e la malattia è una livella EVOGLIA ad avere i soldi certe malattie non guardano in faccia nessuno .
Dovreste amministrate per il bene di tutti e invece scendete a compromessi con la feccia per 4 soldi
Questi traditori meritano l’ergastolo!
Rovinano una terra incontaminata per sporchi soldi facili.
I rifiuti velenosi, devono essere monitorati ogni giorno da autorità giudiziarie.
Si muore di malattie incurabili, per questo tipo di inquinamento ambientale.
Nessuno è immune, nessuno si salva. Neanche chi ha commesso il crimine.