Inchiesta Farm ghosters, i pizzini portati dai “metronotte” e Celestino che “sistemava” le carte
Comunicavano anche attraverso pizzini, ossia dei bigliettini che dai CAF arrivavano all’interno degli uffici INPS affinchè fossero corrisposte indennità per false prestazioni lavorative presso aziende fittizie. L’inchiesta della Guardia di Finanza, che ha portato a venti misure cautelari, è il racconto di una pratica antica nella città di Cerignola, capace di essere efficace attraverso la sinergia di più figure: lavoratori finti, patronati, dipendenti infedeli.
Il sistema, anche questa volta, sembra coincidere con il canovaccio che ha occupato negli anni le Procure, specialmente quella di Foggia. Tra gli arrestati, si ricorderà, anche Celestino Capolongo, sospeso dal Prefetto di Foggia dalla sua carica di consigliere comunale. Il suo ruolo si sostanzia dentro e fuori gli uffici INPS in un rapporto che il GIP ritiene organico all’organizzazione criminale.
Secondo l’accusa, vi era “consapevolezza da parte di Capolongo circa la natura indebita delle indennità che lo stesso cura e mette in pagamento quanto la sua partecipazione al sistema”, soprattutto perché riceverebbe e consentirebbe “ingerenze” da parte di persone non legittimate al ruolo.
Per i magistrati, Capolongo avrebbe un ruolo chiave perché riuscirebbe a modificare i documenti e ad apportare correzioni nonostante fosse consapevole che si trattasse di pratiche false, come successo il 3 maggio 2023, quando il funzionario INPS contatta il CAF “per fargli apportare delle correzioni dovute alla sovrapposizione di istanze (a significanza della loro predisposizione a tavolino) e procedere al pagamento della malattia” di una donna di origine rumena, che di lì a breve avrebbe fatto ritorno in patria.
Capolongo, si legge nell’ordinanza, “nel provvedere ad inserire in procedura il pagamento della maternità” della suddetta persona, “riscontra una incompatibilità (data la sovrapposizione dei periodi di lavoro ed il periodo di maternità) che non gli avrebbe permesso di mettere in pagamento l’indennità e invece di provvedere al blocco” contatta il referente del CAF “per far provvedere alla correzione dell’errore commesso, indicandogli come fare, così consentendo l’immediato e indebito superamento dell’ostacolo che avrebbe impedito la liquidazione”.
L’inchiesta, tra intercettazioni, pizzini, comunicazioni, messaggi whatsapp, rivela come “sono continue le conversazioni intervenute con Capolongo Celestino, dal contenuto eccedente la fisiologica collaborazione tra INPS e CAF”.
E ancora. Il materiale accumulato dalla Guardia di Finanza in ore di intercettazione “dimostra chiaramente non solo il comune obiettivo degli associati di garantire il buon esito delle pratiche curate, ma anche l’efficienza della struttura organizzativa, che può assicurare il conseguimento delle indennità proprio grazie al pronto intervento di ciascuno secondo le rispettive competenze”.
Ruoli e funzioni, quindi, complementari e perfettamente incastrate l’una con l’altra. Tanto che alcuni degli indagati si rivolgono allo stesso Capolongo circa la possibilità che un altro funzionario INPS effettui una segnalazione sul loro conto a causa di dichiarazioni sbagliate.
Per il GIP l’inchiesta individua, tra le altre cose, “gli elementi che consentono di ritenere come Capolongo abbia partecipato al programma associativo, di cui gli viene affidato un intero settore, ossia il controllo, l’intervento e la liquidazione delle indennità assistenziali. Tanto in ragione proprio del ruolo da questi ricoperto all’interno dell’INPS, con impossibilità di essere surrogato da chiunque altro, e nella piena consapevolezza del proprio apporto causale al programma del sodalizio, stante la continua interlocuzione con gli altri membri e la immediata operatività su richiesta di questi o nell’esplicitato loro interesse”.
E le richieste di “sistemare” le domande o di avviare il pagamento arrivavano anche attraverso “bigliettini”, fatti pervenire all’ufficio dell’INPS spesso anche tramite “metronotte”.
Tra le intercettazioni, poi, alcuni uomini dell’organizzazione si chiedono chi abbia fatto scaturire quell’inchiesta, e soprattutto perché, lanciandosi in alcune ipotesi.
Questo è un sistema che va avanti dagli anni 70, quelli che oggi si scandalizzano magari ne hanno usufruito negli anni passati . C’erano mogli e fidanzate di notabili e professionisti che versava o finte giornate lavorative agricole per usufruire di maternità e allattamento. I falsi moralisti si facciano un esame di coscienza , perché a Cerignola chiunque ha in famiglia un parente che ne ha usufruito.
Forse parli della tua famiglia perche nella mia famiglia nessuno ne ha usufruito
Cerca , cerca…. , allarga il raggio di familiarità, torna indietro di 50 anni e vedrai che qualcosa esce fuori.
Stai fuori. Ma che cerca cerca.
Ma tu credi che questo sistema e circostanziato a quelle circa trecento persone dell’inchiesta? Va avanti da 50anni questo fenomeno.Negli anni settanta c’erano famiglie che facevano un figlio all’anno per prendere la maternità e l’allattamento , tiravano su le case e gli appartamenti con quei soldi che arrivavano a Giugno. Tu potresti essere un figlio a tua insaputa venuto al mondo grazie a quel sistema.
No no evidentemente fai finta di non sapere , è risaputo da anno questo giochetto qui .
Non ci dimentichiamo in una famosa inchiesta di fine anno 90 anche numerosi nomi noti cerignolani di imprenditori
Condivido l’analisi, però ho una domanda per te: era illegale 50 anni fa come è illegale oggi?
Attendo una cortese risposta
Non capisco l’osservazione , ma sei vuoi sapere il mio pensiero ti dico che, chi commette un reato o 50 anni fa o lo faccia oggi commette sempre un atto illegale. A meno che non venga depenalizzato dal legislatore .
Questa è la risposta a tutte quelle persone che dicono come mai non fittate gli appartamenti a chi ha il contratto da bracciante agricolo ?
Il motivo è questo perché a Cerignola i braccianti agricoli onesti sono pochissimi
Dite grazie a tutti i marioli che mettono le mogli nei braccianti agricoli per fregarsi disoccupazione e maternità
Non c’è da meravigliarsi più di nulla. Abbiamo la Santache’, ministro della repubblica che truffava
l’ INPS mettendo i suoi dipendenti in cassa integrazione mentre erano al lavoro!
Nonostante ciò non ha avuto la dignità di dimettersi, percepisce lo stipendio da 20mila euro al mese con la copertura politica del suo partito. Una vergogna tutta italiana.
Sind a quiss.
Pensa ai compagniucci tuoi e
non cercare di spostare
l’attenzione ue’ volpe senza coda!!
Senti chi parla, se la vergogn d ‘ crgnoul!
I cicognini che fine hanno fatto? A’ na truot fatijgh? O aspettn ka s fejc qualk cuperatjev fasull?
Le vostre cooperative invece lavorano tutte a progetto con il comune , ovviamente in maniera casuale e disinteressata
È veramente vero vero.
Negli anni 80 ci si metteva in disoccupazione e si continuava a lavorare a nero prendendo stipendio mensile e disoccupazione con le istruzioni dettate da impiegati dell’ufficio di collocamento.
Siamo un popolo di ipocriti.
L’occasione fà l’uomo ladro.
È un po come si faceva con i film o le riviste porno.
Tutti si scandalizzavano ma poi sotto sotto.
Siamo tutti esseri umani imperfetti.
Abbasso i moralisti che ce ne sono tanti quì come altrove.
Quindi abbasso i moralisti e viva i marioli ?
Perché questo tuo commento mi fa pensare che anche tu ne hai usufruito e quindi questa situazione è da leggittimare
Nessun tifo per i moralisti e neppure per i mariuoli.
La mia è una constatazione reale .
Mai usufruito di tali benefici illeciti.
Detto ciò ti ribadisco che di tante microtruffe perpetrate da oltre mezzo secolo , e dettate forse pure dai bisogni , tanta gente ne ha beneficiato con l’aiuto di persone inserite negli uffici preposti alle pratiche dei lavoratori.
Sono storie vecchie come il mondo.
Ti do pienamente ragione ma mi permetto di dissentire sul fatto che siano dettate dal bisogno .
Perché se si analizzano gran parte dei finti braccianti agricoli sono mogli di gente malfamata che usano questi soldi per vacanze borse , per il lusso , chi ha bisogno si alza le maniche e va a lavorare