“Ho la sclerosi multipla, adesso voglio aiutare gli altri raccontando la mia storia”
“Stavo camminando normalmente, ero da sola, quando ad un certo punto non riuscivo a fare il passo successivo, ero bloccata, mentalmente volevo andare avanti, ma il corpo non rispondeva”.
Così Annamaria Acquaro ci racconta dei sintomi iniziali che hanno portato poi dopo un calvario di sei mesi alla diagnosi della Sclerosi multipla.
“I primi sintomi -ci spiega Annamaria partendo dal prologo di tutta la sua storia- sono stati molto diversi tra loro, la chiamano la malattia dalle mille sfaccettature perché ad ognuno può presentarsi in modo completamente diverso l’uno dall’altro. Tutto è iniziato 2 anni fa, dai dolori al collo, dai quali poi ho scoperto di avere delle ernie cervicali, ma fin lì, non avrei mai sospettato qualcos’altro. Avevo 27 anni all’epoca, in un certo senso si vive sempre dando per scontato che non possa succedere qualcosa di grave”.
“Poi – prosegue Annamaria- si sono presentati altri sintomi, prima nella zona addominale e successivamente anche inguinale: era totalmente addormentata, in più la psoriasi è comparsa su tutto il mio corpo, ed infine le vertigini, che avevano già anticipato una possibile prognosi ma soltanto dopo il ricovero ho capito, quando all’ospedale di San Giovanni Rotondo, dopo alcuni accertamenti, mi hanno trasferita dal reparto di medicina a quello di Neurologia, dandomi una effettiva risposta nei giorni a seguire”.
Da allora è iniziata la terapia “tra riabilitazione e iniezioni ogni 28 giorni, ho scelto col medico che mi ha accompagnata in questo percorso – spiega Annamaria- un approccio più duro alla terapia, maggiore è l’attenzione alla terapia e minore sarà la seconda tranche della malattia, la cosiddetta ricaduta, che non si sa mai quando può arrivare, se tra uno o 40 anni, ma mentre mi curo, non esiste infatti una vera e propria cura alla Sclerosi multipla ma ci sono queste terapie per rallentare la progressione della disabilità, un palliativo essenzialmente”.
“Da allora la mia vita è cambiata totalmente, vivo ogni giorno cercando di cogliere il meglio da ogni piccolezza, perché siamo abituati a dare per scontato, una passeggiata all’aria aperta, una giornata di sole ma è proprio quando ci viene privata una cosa del genere che più riusciamo ad apprezzare queste piccolezze, da allora non ho più progetti a lungo termine”, aggiunge la guovane cerignolana, spiegando come la sua vita e il suo approccio ad essa sia cambiato con la malattia.
“Certo, non significa mancanza di progetti ed assenza di essi, ci penso a cose come la laurea, che sto quasi per conseguire in psicologia, al matrimonio, essendo fidanzata da 11 anni o magari ad un figlio, che secondo me è la cosa più bella che si possa lasciare al mondo un domani, ma non posso, anzi, non potrò prevedere come mi sentirò tra un mese per vedermi ad esempio con una mia amica che non vedo da tanto. Stessa cosa anche per un lavoro, perché- sottolinea- non si campa di aria purtroppo, nonostante il mio progetto sia chiaro, voglio cercare di aiutare altre persone grazie alla mia esperienza . Nel mio piccolo lo faccio già tramite i social, cerco di dare un consiglio, un aiuto, una parola in più, raccontando la mia storia attraverso i post, che tutto può essere di insegnamento o possa riuscire ad ispirare qualcuno, un domani tutto questo potrebbe tradursi in una associazione educativa magari”.
“Non ce l’avrei fatta senza la fede, se nei primi momenti della malattia mi chiedevo ‘Perché proprio a me?’ poi ho capito che non tutto viene per caso, e piuttosto che attribuire l’origine dei miei mali, li invece ho capito che avevo qualcuno, qualcosa al mio fianco come se mi dicesse ‘Non è colpa mia, sono vicino a te, non preoccuparti, andrà tutto bene’ “. Così Annamaria ha scoperto il suo attaccamento alla fede che è riuscito a tenere salda la sua mente nei momenti più difficili.
Attraverso un racconto toccante, Annamaria offre una testimonianza della sua esperienza con la Sclerosi multipla e dei cambiamenti che ha dovuto affrontare nella sua vita a causa della malattia. È evidente il coraggio e la determinazione con cui affronta le sfide quotidiane, oltre alla sua prospettiva positiva nel cercare di cogliere il meglio da ogni momento.
La sua storia mette in luce l’importanza di apprezzare le piccole gioie della vita e di adattarsi ai cambiamenti imprevisti, oltre alla forza che può derivare dalla fede e dal sostegno sociale. La sua decisione di concentrarsi sul perseguire i suoi obiettivi nonostante le difficoltà è un esempio di resilienza e determinazione.
La nobile volontà di Annamaria di utilizzare la sua esperienza per aiutare gli altri tramite un’associazione educativa mostra un forte desiderio di fare la differenza nonostante le sfide personali che affronta.
Giuseppe Bellapianta
Mi piacerebbe che queste parole le leggessero,se capaci, tutti quegli esseri umani che improntano la loro vita alla cattiveria, alla sopraffazione, al menefreghismo nei confronti di chi sta male, di chi soffre, di chi si professa bravo e buono salvo poi agire diversamente, di chi finge di volere il bene per puro scopo di lucro, vorrei le leggessero tutti quei ragazzi e ragazze che oggi pensano solo ai social alle unghie a fare bravate a non studiare, tanto si viene promossi comunque. Questa giovane donna affronta questa malattia come tutti noi dovremmo affrontare la vita, speranza, determinazione, bontà d’animo, desiderio… Leggi il resto »
le hai definite bestie, le bestie si addomesticano certi individui no! anche se leggero non comprenderanno mai perchè non amano la vita sopratutto la loro.
un grazie alla sig. annamaria per la sua forza e testimonianza.
Purtroppo solo chi ha problemi simili oppure è stato toccato da altre malattie può capire un’altra persona ammalata.
Chi è sano nemmeno ci pensa o immagina tale calvario.