Chi era Giuseppina Pizzi, la Preside più amata del Liceo
Si è spenta all’età di 88 anni, Giuseppina Pizzi Labia, storica preside del Liceo Classico Nicola Zingarelli di Cerignola, una scuola dove ha speso la sua vita prima come docente di lettere e poi come dirigente.“I docenti, il personale Ata, gli studenti, le famiglie, si stringono intorno a Giuliana Colucci per la perdita dell’amatissima zia”, scrivono i protagonisti della scuola di oggi, in segno di affetto verso la nipote di Pizzi, attuale capo dello stesso istituto.
L’attività professionale della “preside” come era conosciuta da tutti è stata dedicata alla cura e alla formazione di quella che lei definiva, non appena si entrava in “quarta ginnasio”, dopo aver varcato l’imponente e severo portone di legno di via Cesare Battisti, “la nuova classe dirigente”, ammonendo tutti che quella non era “una scuola, ma La Scuola”.
Infatti, sotto la sua guida si sono formati e sono emersi importanti professionisti, ma anche politici, funzionari pubblici, notai, magistrati, imprenditori, tra cui molti protagonisti della vita pubblica e produttiva di oggi, come dimostrano i tanti messaggi via social che “i suoi studenti” hanno voluto lasciare non appena appresa la notizia.
Tra gli eventi che segnarono la lunga gestione del “Classico” ci fu lo scontro al calor bianco con l’allora supersindaco Salvatore Tatarella che decise il trasferimento dall’antica sede di via Cesare Battisti in un plesso della cittadella degli studi al rione Fornaci nel 1998.
Il 31 dicembre di quell’anno plasticamente gli operai del Comune e insegnanti e alunni, guidati dalla preside, arrivarono quasi allo scontro fisico divisi solo dalle forze dell’ordine, fino a quando intervenne la Prefettura rinviando il trasloco a metà gennaio, quando Pizzi dovette subire una “decisione mai condivisa”.
Fine latinista e grecista, abile nel tradurre i classici “all’impronta”, ma anche appassionata italianista e soprattutto donna di profonda cultura fu moglie di Teodato Labia, magistrato tra i più amati dei fori pugliesi. Lascia un figlio Tommaso, avvocato, e tanti indelebili ricordi e struggenti memorie in migliaia di alunni a cui ha riservato tra i corridoi austeri del Liceo, lì dove ogni mattina li attendeva severa e amorevole insieme ai docenti, molti rimproveri, alcune insufficienze, ma anche tantissimi sogni e grandissime speranze.
Natale Labia